Il testo si articola in quattro libri:

  • nel primo libro si definiscono le qualità del cortigiano: nobiltà (non necessariamente legata alla nascita), abilità nell’uso delle armi, grazia nel portamento e nella parola, predisposizione per le lettere, la musica, l’arte e la danza, elevato profilo morale ed equilibrio interiore;
  • nel secondo libro si chiarisce in quali circostanze e come il buon cortigiano deve mettere a frutto le abilità di cui è dotato;
Sala delle veglie nel Palazzo Ducale di Urbino. La sala presenta un pavimento scuro, pareti bianche e un soffitto a volte con nervature a vela. È arredata con alcuni dipinti esposti su cavalletti. Un camino in pietra bianca e una porta in legno intagliato arricchiscono l’ambiente.
La Sala delle veglie nel Palazzo Ducale di Urbino. In questo ambiente sono rappresentate le riunioni convocate dalla duchessa Elisabetta Gonzaga narrate nel Cortegiano.
  • nel terzo libro si delinea il profilo della perfetta donna di palazzo. Bella, colta, aggraziata nei modi, onesta nei costumi e retta moralmente: la donna a cui guarda Castiglione è la gran dama di corte;
  • il quarto libro entra nel merito del rapporto tra cortigiano e principe e termina con una dissertazione sull’amore platonico tenuta da un grande amico di Castiglione, nonché insigne letterato del tempo: Pietro Bembo.

T3
B. Castiglione,
Le qualità della perfetta donna di palazzo
p. 84

Mappa concettuale. Il Cortegiano (1528) ritrae la corte di Urbino. Descrive le virtù dell’uomo di corte e della donna di palazzo e propone una nuova idea di nobiltà che unisce qualità esteriori e rettitudine morale.