Con il corso retorico si chiudeva l’iter studiorum proposto nella scuola di Guarino. Questa parte si prefiggeva di formare il buon oratore e di curare lo stile epistolare attraverso le opere di Cicerone e di Quintiliano. Acquisite queste basi, si passava allo studio della filosofia, condotto sui testi di Cicerone, Aristotele e Platone.
Anche nella scuola di Guarino, come in quella di Vittorino, la formazione della mente si doveva armonizzare con quella del corpo e dello spirito. Entrambi questi umanisti delineano un ampio e organico piano di studi letterari, denso di contenuti morali. I loro diretti destinatari sono i figli dei ricchi e dei potenti, che vanno preparati alle future responsabilità in un ambiente scolastico ideale. Nella scuola umanistica, come ha affermato Paul F. Grendler, uno dei più noti studiosi del Rinascimento italiano, si ricrea

un mondo antico in miniatura, i cui giovani abitatori sarebbero diventati capi responsabili e retti della società.

P.F. Grendler, La scuola nel Rinascimento italiano, Laterza, Bari-Roma 1989, p. 146.