Educazione CIVICA – Pagine di REALTÀ

L’amore al tempo dei social

CITTADINANZA DIGITALE

Com’è cambiata la concezione dell’amore negli ultimi anni? Come ogni epoca (compresa quella medievale, che influenzò la visione stilnovistica del sentimento amoroso), anche l’attuale ha modificato l’idea dell’amore, trasformando radicalmente le sue forme e le sue manifestazioni, nonché i modi di intraprendere e vivere una relazione sentimentale. Su questi cambiamenti ragiona nel brano qui proposto Marta De Vivo (n. 2001), una giovane giornalista che si interroga su come il mondo dei social network abbia mutato i modi di incontrarsi, conoscersi, innamorarsi.

Disegno raffigurante una persona seduta su un pouf blu. La figura ha capelli raccolti in uno chignon e indossa una maglia viola, jeans e scarpe da ginnastica. La persona tiene in mano uno smartphone da cui escono piccoli cuori, suggerendo interazioni affettuose o sociali. Lo stile dell'immagine è minimalista e moderno, con colori vivaci e linee semplici.

Ormai è sempre lo stesso copione. Funziona più o meno così: ci si saluta una volta e subito dopo si entra in un trip senza via d’uscita. È un imbuto dentro al quale tutti si augurano di non entrare mai, eppure, puntualmente ci si ritrova a domandarsi cosa si abbia fatto di male per meritarselo. C’è chi rinuncia, abbandona la nave e si dà all’ippica, e poi c’è chi non demorde. L’amore 2.0 ai tempi dei social meriterebbe di riempire tutte le prime pagine delle più importanti ricerche psicologiche di massa. Vi è ormai un istinto automatico che porta le persone a volersi nascondere dietro uno schermo e una tastiera, anziché farsi avanti dal vivo.
Avrei tanti aneddoti e racconti di amori mai nati, flirt infiniti a colpi di like e “reactions”, approcci digitali sempre più ambigui e imbarazzanti, tuttavia ritengo importante sottolineare quale sia a mio avviso, il problema reale. L’idea che mi sono fatta è che non abbiamo più curiosità. Siamo convinti di aver già vissuto tutto, di non essere soli, di non aver bisogno degli altri. La verità dei fatti è che abbiamo vissuto poco o comunque vissuto a metà, e che siamo terribilmente soli, più soli che mai. La dimensione digitale ci offre l’illusione di essere sempre in contatto con tante persone, ma la drammatica realtà è che siamo da soli con un cellulare in mano. Ci scorrono di fronte migliaia di corpi, immagini, e così abbiamo perso il desiderio di conoscere il prossimo. Una volta vi era una curiosità nel cercare di scoprire il mistero di un’altra persona, di capire cosa pensa, come vive, di comprendere la sua profondità, quella che si cela sotto i veli esteriori.

L’immagine mostra un gruppo di cinque adolescenti seduti su una scalinata all'aperto, ognuno impegnato a guardare il proprio smartphone. Indossano abiti casual, tra cui jeans, magliette colorate e scarpe da ginnastica. Le loro espressioni sono concentrate sugli schermi, e la scena trasmette un momento di interazione con la tecnologia, piuttosto che tra loro. Lo sfondo è costituito da gradini grigi e una ringhiera metallica.