T2 Dalla corte alla città

Comedia delle ninfe fiorentine, XLIX, vv. 64-84

T3 L’innamoramento di Fiammetta

Elegia di Madonna Fiammetta, I, 6

Riportiamo il brano in cui viene descritto il sorgere del sentimento amoroso in Fiammetta. La donna si trova in chiesa, circondata da un folto gruppo di giovani tutti intenti ad ammirarne la bellezza. Lei finge di non accorgersene, anche perché, ogni volta che ricambia uno sguardo, rischia di alimentare nel prescelto una vana speranza. Finché accade qualcosa di decisivo.

/ Una donna preda della passione /

Mentre che io in cotal guisa, poco alcuni rimirando e molto da molti mirata,
dimoro,1 credendo che la mia bellezza altrui pigliasse, avvenne che l’altrui2 me
miseramente prese. E già essendo vicina al doloroso punto,3 il quale o di certissima
morte o di vita più che altra angosciosa dovea essere cagione, non so da che
5 spirito4 mossa, gli occhi, con debita gravità elevati, intra la moltitudine d’i circustanti
giovani con aguto riguardamento distesi.5 E oltre a tutti, solo e appoggiato
ad una colonna marmorea, a me dirittissimamente un giovane opposto vidi; e,
quello che ancora fatto non avea d’alcuno altro, da incessabile fato mossa,6 meco7
lui e i suoi modi cominciai ad estimare.8 Dico che, secondo il mio giudicio, il
10 quale ancora non era da amore occupato, egli era di forma bellissimo, negli atti
piacevolissimo e onestissimo nell’abito9 suo, e della sua giovanezza dava manifesto
segnale crespa lanuggine, che pur mo’ occupava le guance sue;10 e me non
meno pietoso che cauto rimirava tra uomo e uomo.11 Certo io ebbi forza di ritrarre
gli occhi da riguardarlo alquanto, ma il pensiero dell’altre cose già dette e stimate
15 niuno altro accidente, né io medesima sforzandomi, mi poté tòrre.12 E già nella
mia mente essendo la effigie della sua figura rimasa, non so con che tacito diletto13
meco la riguardava, e quasi con più argomenti affermate vere le cose che di lui
mi parieno,14 contenta d’essere da lui riguardata, talvolta cautamente se esso mi
riguardasse mirava.
20 Ma intra l’altre volte15 che io, non guardandomi dagli amorosi lacciuoli, il mirai,
tenendo alquanto più fermi che l’usato ne’ suoi gli occhi miei, mi parve in essi
parole conoscere dicenti:16 “O donna, tu sola se’ la beatitudine nostra”. Certo, se
io dicessi che esse non mi fossero piaciute, io mentirei; anzi sì mi piacquero, che
esse del petto mio trassero un soave sospiro, il quale venìa con queste parole: “E
25 voi la mia”. Se non che io, di me ricordandomi,17 gliele tolsi. Ma che valse? Quello
che non s’esprimea, il cuore lo ’ntendea con seco, in sé ritenendo18 ciò che, se di
fuori fosse andato, forse libera ancora sarei. Adunque, da questa ora inanzi, concedendo
maggiore albitrio19 agli occhi miei folli,20 di quello che essi erano già vaghi
divenuti gli contentava;21 e certo, se l’idii, li quali tirano a conosciuto fine tutte
30 le cose, non m’avessono il conoscimento levato,22 io poteva ancora essere mia.23


TRECCANI Le parole valgono

accidente Ciò che ci accade può essere un evento positivo o negativo, ma la parola accidente ha oggi sempre un’accezione negativa, vagamente funesta. Un accidente è il fatto doloroso o sciagurato che avremmo voluto evitare, un fenomeno fortuito e imprevisto di cui avremmo volentieri fatto a meno. Non a caso, nel linguaggio medico il termine indica un episodio che aggrava il decorso di una malattia, talvolta un colpo apoplettico: «Gli è preso un accidente». → L’esclamazione accidenti! è una forma di imprecazione che esprime contrarietà o stupore: indica, tra le seguenti esclamazioni, quelle che non hanno lo stesso significato: pazienza!; dannazione!; peccato!; diamine!


1 dimoro: mi trattengo.
2 l’altrui: l’altrui bellezza.
3 punto: momento; doloroso punto riecheggia il «doloroso passo» che ha determinato la perdizione di Paolo e Francesca (Inferno, V, 114).
4 spirito: sentimento.
5 con aguto… distesi: indirizzai con sguardo acuto.
6 da incessabile fato mossa: spinta da un destino inevitabile.
7 meco: tra me e me.
8 estimare: apprezzare.
9 abito: atteggiamento, comportamento.
10 crespa lanuggine… guance sue: una lieve peluria che solo da poco (pur mo’) copriva le sue guance.
11 e me… tra uomo e uomo: e tra una persona e l’altra mi guardava più con tenerezza che con cautela.
12 ma il pensiero dell’altre cose… mi poté tòrre: ma nessun altro evento (accidente) fu in grado di togliermi il pensiero delle sue qualità (cose) prima dette e apprezzate, e del resto io stessa non mi sforzavo di farlo.
13 tacito diletto: segreto piacere.
14 quasi… mi parieno: quasi affermando come vere, con maggiori argomenti, le qualità che di lui mi apparivano.
15 intra l’altre volte: ogni volta.
16 mi parve… dicenti: mi sembrò di leggere (conoscere) nei suoi occhi (in essi) parole che dicevano.
17 di me ricordandomi: tornando in me stessa.
18 in sé ritenendo: trattenendo al proprio interno.
19 albitrio: libertà.
20 folli: pazzi d’amore.
21 di quello… gli contentava: li accontentavo concedendo loro ciò di cui essi erano già desiderosi (cioè la vista dell’amato).
22 se l’idii… levato: se gli dèi (idii), che muovono ogni cosa a un determinato fine, non mi avessero tolto il discernimento.
23 io poteva… mia: avrei potuto essere ancora padrona di me stessa.