La lingua e la sintassi

Per quanto riguarda, infine, le scelte sintattiche e lessicali, Boccaccio si dimostra sempre molto attento nell’adeguare il linguaggio ai personaggi, agli ambienti, alle situazioni e alle epoche. Ogni personaggio parla la “sua” lingua: a partire dalla base del volgare fiorentino codificato da Dante, l’autore riesce in ogni novella a caratterizzare, per alcuni particolari aspetti lessicali, la lingua dei personaggi in base alla classe sociale, al livello culturale, al luogo geografico e al momento storico.
In tal modo variano e si intrecciano, da una novella all’altra, i registri linguistici: da quello popolaresco a quello aristocratico, da quello commerciale a quello giuridico-notarile, da quello laico a quello ecclesiastico. Anche da questo punto di vista, dunque, il Decameron rappresenta un campionario di straordinaria ricchezza, una testimonianza di varietà linguistica davvero preziosa. Per questo possiamo parlare, a proposito del Decameron, di plurilinguismo e di pluristilismo (diversamente dal Canzoniere di Petrarca, caratterizzato dal monolinguismo e dal monostilismo).
La prosa di Boccaccio, però, è modellata stilisticamente sui classici latini, soprattutto Cicerone e Livio: da qui una certa complessità della costruzione dei periodi, che in taluni passi può inibire un’immediata comprensione da parte del lettore odierno. La difficoltà è, dunque, più nella sintassi che nella lingua, che presenta ovviamente molti vocaboli per noi arcaici e desueti, ma non è poi così lontana dalla nostra.

Ogni personaggio del Decameron parla una lingua adatta alla sua classe sociale e alla sua provenienza. I registri linguistici sono dunque vari. La sintassi è modellata sui classici latini.

Mappa concettuale con al centro STILE DEL DECAMERON scritto in un riquadro verde. Da questo si diramano tre riquadri con i testi: molteplicità di punti di vista (10 narratori), varietà dei registri stilistici (plurilinguismo e pluristilismo), sintassi modellata sui classici latini.
Dipinto intitolato Il Decameron di Franz Xavier Winterhalter. La scena raffigura un gruppo di giovani uomini e donne vestiti in abiti medievali, riuniti in un giardino verdeggiante. Al centro, una donna con una corona d’alloro sembra parlare, mentre gli altri ascoltano con attenzione. Alcuni personaggi sono seduti sul prato, altri su rocce o sono in piedi. Sullo sfondo, si intravedono una fontana decorata e un edificio con arcate, circondati da alberi e, in lontananza, Firenze.
Franz Xavier Winterhalter, Il Decameron, 1837. Vienna, Palace Liechtenstein.