Ancora, nel contesto di pandemia in cui ci siamo trovati catapultati (la maggior parte di noi per la prima volta nel corso della propria vita) la mente tende ad agire seguendo pochi impulsi naturali. Una delle conseguenze di ciò, per alcuni è stato l’acquisto o shopping compulsivo. In uno scenario incerto come quello delle prime settimane di emergenza, il nostro cervello si era concentrato sulla priorità di non rimanere senza i beni fondamentali per la sopravvivenza. Anche in questo caso, non importava che i nostri supermercati fossero sempre ben riforniti e che le autorità si raccomandassero di non fare razzie nei negozi o che le farmacie risultassero sempre ben rifornite. La mente di molti di noi ci ha portato a credere che determinati beni potessero finire e ci ha quindi spinto a fare scorte esagerate e immotivate. […]
Come dicevamo all’inizio, e forse è questa la conseguenza che dobbiamo tenere più presente. La popolazione più vulnerabile è composta da quelle persone che già prima della comparsa del virus presentavano quadri più o meno importanti di depressione, fobie, ansia generalizzata, disturbi ossessivo-compulsivi. Il periodo di isolamento, il bombardamento mediatico e le continue restrizioni alla vita normale a cui erano abituate, possono senza dubbi aver aggravato le loro condizioni di salute psicologica. Possono inoltre aver avuto diversi tipi di effetti collaterali, per loro e anche per i loro familiari, conviventi e conoscenti. […]
Per concludere, c’è un fattore evidentemente che accomuna tutti noi in questo periodo di post pandemia. È un fattore pericoloso, che può impattare negativamente sulla salute mentale di noi tutti e in particolar modo su quella di chi già precedentemente soffriva di qualche disagio o disturbo psicologico. Ovvero il cosiddetto pensiero catastrofico. Si tratta della tendenza ad anticipare sempre il peggio, quella vocina che ci sussurra che perderemo il lavoro, che le cose non torneranno come prima, che finiremo in ospedale, che qualche persona a noi cara non ce la farà, che l’economia crollerà, che non ci saranno vie di uscita alla situazione ecc. Ovviamente, anziché aiutare, questi pensieri non fanno altro che complicare la realtà che stiamo vivendo. La rendono più faticosa e sicuramente meno piacevole o rassicurante.

(Eleonora Stopani, Conseguenze psicologiche del Coronavirus, IPSICO.it, 22 luglio 2020)

LEGGI E COMPRENDI

1 Come si può manifestare concretamente una forma di psicosi irrazionale, a seguito della diffusione di un’epidemia?

2 Che cosa determina, secondo l’autrice, una diffusa tendenza allo shopping compulsivo?

RIFLETTI, SCRIVI, ARGOMENTA

3 VERSO L’ESAME • Tipologia B In un’intervista, riferendosi all’esperienza collettiva dell’epidemia da Covid-19, il filosofo Massimo Cacciari (n. 1944) ha affermato: «Cambieranno molto le abitudini delle persone e ci vorrà tempo prima che si ritorni a forme tradizionali di socializzazione che potrebbero non essere mai più come le abbiamo vissute e conosciute. Bisogna vedere come riprenderanno certe consuetudini, in particolare fra i giovani.
Ma a parte ciò, io penso che questa crisi potrebbe accelerare tendenze già in atto relativamente all’organizzazione del lavoro, al rapporto tra i settori produttivi impostando degli equilibri a favore di alcuni e massacrando gli altri.
Anche la rete commerciale si modificherà. Sta già avvenendo ora, con il monopolio dell’e-commerce». Secondo te, che cosa è veramente cambiato tra il prima e il dopo? La vita è rimasta la stessa? Pensi che i comportamenti delle persone e le dinamiche economiche abbiano subito la trasformazione preconizzata da Cacciari? Scrivi un testo argomentativo nel quale esponi le tue tesi, confutando quelle diverse dalle tue.

Un uomo, vestito con una divisa chirurgica blu, mascherina e copricapo sanitario, è seduto con la testa china e le mani che stringono i lati del capo in un gesto di stress o stanchezza. Lo sfondo è bianco, isolando la figura e mettendo in evidenza le sue emozioni. L'immagine trasmette un senso di esaurimento fisico ed emotivo.