100 «Hai fatto benissimo», disse il frate. «Non potevi comportarti meglio. Sei un
buon figliolo e non mi resta che darti la più ampia delle assoluzioni».
«Piano, piano», lo fermò Ciappelletto. «Ho dell’altro da dirvi: una volta ho
fatto lavorare un servo a scopar la casa di domenica».
«È tutto qui?».
105 «Come! Vi pare poco? Non rispettare la domenica, il giorno in cui nostro
Signore resuscitò e salì al Cielo? E poi, sentite quest’altra: un giorno che ero in
chiesa, stavo così assorto nella preghiera che, venendomi uno sputo, lo lasciai
cadere sul pavimento».
Il frate cominciò a ridere. «Noi», disse, «che siamo religiosi, se ci viene da sputare,
110 sputiamo. Che diamine!».
«Sputate?», disse Ciappelletto sgranando gli occhi.
«Sputate in chiesa? Nella casa di Dio?».
Ciappelletto non se ne voleva persuadere, ma poi tacque e come preso da una
nuova angoscia, cominciò a piangere.

Il dipinto di Lorenzo Lotto raffigura una scena pubblica in cui San Domenico predica a una folla. San Domenico si trova su un palco rialzato in legno; ai piedi del palco è visibile un fuoco acceso. La folla è composta da uomini e donne vestiti con abiti medievali, che ascoltano con attenzione o partecipano alla scena. Lo sfondo mostra edifici storici, una piazza e un arco d’ingresso decorato, che suggeriscono un contesto urbano medievale.
Lorenzo Lotto, Predica di San Domenico, 1508. Recanati, Museo Civico.

115 Il frate, che lo andava consolando, vedendolo affannato gli chiese se sentisse
male in qualche parte. Ma Ciappelletto, alzando gli occhi al cielo, gli fece capire
che non si trattava del corpo, ma dell’anima. Non trovava la forza per sgravarsi di
un gran peso che aveva sulla coscienza.18

18 Ma Ciappelletto… coscienza: Ciappelletto continua la sua commedia da consumato attore.