Mentre i due aspettavano seduti sul parapetto del pozzo, spuntò da una strada
un drappello di guardie. I ladri credettero bene di squagliarsi rapidamente.
Le guardie, che venivano al pozzo per bere, deposero per terra le armi e
incominciarono a tirare la fune, in capo alla quale si aspettavano di veder spuntare il
130 secchio pieno d’acqua fresca. Arrivò invece, tutto grondante, Andreuccio, che riuscì
ad afferrarsi al parapetto appena in tempo per non ricadere in fondo al pozzo.
Le guardie infatti, terrorizzate da quell’apparizione, avevano mollato la fune e se
l’erano data a gambe.
Andreuccio, scavalcato il parapetto, trovò per terra le armi abbandonate dalle
135 guardie e non seppe cosa pensare. Smarrito e confuso, prese la prima strada che
si trovò davanti e andò vagando a caso, finché si incontrò coi due di prima che
venivano a cavarlo dal pozzo.
Parlando con loro, tutto gli fu chiaro, tranne l’impresa alla quale si era offerto
di partecipare. Ne chiese conto e gli venne spiegato che, essendo stato seppellito
140 il giorno avanti in duomo l’arcivescovo e gran dignitario del Regno monsignore
Filippo Minutolo,13 i due compari avevano pensato di entrare nottetempo nel
duomo, aprire il sarcofago e spogliare la salma dei ricchi ornamenti che vestiva,
in particolare d’un prezioso anello con un rubino del valore di cinquecento fiorini
d’oro.
145 Il giovane era così disperato che ormai gli andava bene tutto. Andò quindi di
buona voglia alla spogliazione dell’arcivescovo.
Arrivati al duomo, i tre vi entrarono senza fatica rompendo un finestrone. Il
sepolcro era di marmo e molto grande, ma coi loro ferri riuscirono a sollevarne il
coperchio quanto bastava a far passare un uomo. Puntellato il coperchio, il primo
150 ladro disse:
«Chi entrerà dentro?».
«Io no», rispose l’altro.
«Io neppure», disse il primo. «Ma ci entrerà il nostro amico».
«Perché dovrei entrarvi proprio io?», chiese preoccupato Andreuccio.
155 «Come! Non ci vuoi entrare?», esclamarono insieme i due compari. «Ti abbiamo
forse portato con noi solo per compagnia? O per darti una parte del bottino?
Se non entri, brutto puzzone, ti ammazzeremo con questi paletti!».
Vedendo che non vi era scampo, Andreuccio entrò. Appena dentro, tolse l’anello
al morto e se lo mise al dito. Poi mandò fuori la mitra,14 la croce d’oro e il
160 pastorale.15
«Non c’è più niente», disse.
«Cerca. Ci dev’essere l’anello», insistevano gli altri.
«Non lo trovo», gridava Andreuccio.
Convinti che l’anello non ci fosse davvero, i due birboni tolsero il puntello
165 che sosteneva il coperchio, il quale ricadde sull’arca rinchiudendo Andreuccio
insieme al morto.
rr. 128-133 L’arrivo di una pattuglia di guardie mette in fuga i due compagni di Andreuccio: la fortuna è ora dalla sua parte, ma è grazie all’“ingegno”, ovvero all’astuzia umana, che egli saprà uscire dai guai.
13 Filippo Minutolo: è un personaggio storico.
14 la mitra: Il copricapo di forma allungata che i vescovi portano durante le cerimonie solenni.
15 il pastorale: il bastone con la parte terminale superiore ricurva, simbolo dell’autorità vescovile.