100 Il quale,91 avendo queste cose vedute, gran pezza92 stette tra pietoso e pauroso,
e dopo alquanto gli venne nella mente questa cosa dovergli molto poter valere,93
poi che ogni venerdì avvenia; per che, segnato il luogo,94 a’ suoi famigli95 se ne
tornò, e appresso, quando gli parve,96 mandato per più97 suoi parenti e amici, disse
loro: « Voi m’avete lungo tempo stimolato98 che io d’amare questa mia nemica
105 mi rimanga99 e ponga fine al mio spendere, e io son presto di farlo dove voi una
grazia m’impetriate,100 la quale è questa: che venerdì che viene101 voi facciate sì che
messer Paolo Traversaro e la moglie e la figliuola e tutte le donne lor parenti, e
altre chi vi piacerà,102 qui sieno a desinar meco.103 Quello per che io questo voglia,
voi il vedrete allora».104
110 A costor parve questa assai piccola cosa a dover fare e promissongliele;105 e a
Ravenna tornati, quando tempo fu,106 coloro invitarono li quali Nastagio voleva, e
come che dura cosa fosse107 il potervi menare108 la giovane da Nastagio amata, pur
v’andò con gli altri insieme. Nastagio fece magnificamente apprestare da mangiare,
e fece le tavole mettere sotto i pini d’intorno a quel luogo dove veduto aveva lo
115 strazio della crudel donna; e fatti mettere gli uomini e le donne a tavola, sì ordinò,
che appunto la giovane amata da lui fu posta a sedere dirimpetto109 al luogo dove
doveva il fatto intervenire.110
Essendo adunque già venuta l’ultima vivanda,111 e il romore disperato della
cacciata112 giovane da tutti fu cominciato ad udire. Di che maravigliandosi forte
120 ciascuno e domandando che ciò fosse, e niun sappiendol dire,113 levatisi tutti diritti114
e riguardando che115 ciò potesse essere, videro la dolente giovane e ’l cavaliere
e’ cani; ne guari stette che essi tutti furon quivi tra loro.
Il romore fu fatto grande e a’ cani e al cavaliere,116 e molti per aiutare la giovane
si fecero innanzi; ma il cavaliere, parlando loro come a Nastagio aveva parlato,
125 non solamente gli fece indietro tirare, ma tutti gli spaventò e riempié di maraviglia;
e faccendo quello che altra volta aveva fatto, quante donne v’avea117 (ché ve
ne avea assai che parenti erano state e della dolente giovane e del cavaliere e che si
ricordavano e dell’amore e della morte di lui) tutte così miseramente piagnevano
come se a sé medesime quello avesser veduto fare.
91 il quale: riferito a Nastagio.
92 gran pezza: lungamente.
93 dovergli… valere: avrebbe potuto tornargli molto utile.
94 segnato il luogo: fatto un segno sul luogo.
95 famigli: servitori.
96 quando gli parve: quando lo ritenne opportuno.
97 mandato per più: mandati a chiamare parecchi.
98 stimolato: sollecitato.
99 mi rimanga: smetta.
100 m’impetriate: otteniate per me.
101 venerdì che viene: venerdì prossimo.
102 e altre… piacerà: e chiunque altro vorrete.
103 qui… meco: siano qui a pranzare con me.
104 Quello… allora: il motivo per cui io desidero ciò, lo capirete allora.
105 promissongliele: gliela promisero.
106 quando… fu: quando venne il momento.
107 e come… cosa fosse: e sebbene fosse difficile.
108 menare: condurre.
109 dirimpetto: di fronte.
110 intervenire: avvenire.
111 vivanda: portata.
112 cacciata: inseguita.
113 niun… dire: non sapendo rispondere nessuno.
114 diritti: in piedi.
115 riguardando che: cercando di vedere che cosa.
116 il romore… cavaliere: si fece un grande strepito contro i cani e il cavaliere.
117 quante donne v’avea: tutte le donne che c’erano.