«Oh!», «disse Calandrino» cotesto è buon paese; ma dimmi, che si fa de’ capponi
che cuocon coloro?
Rispose Maso: «Mangiansegli i baschi tutti».
35 Disse allora Calandrino: «Fostivi tu mai?»
A cui Maso rispose: «Di’ tu se io vi fu’ mai? Sì vi sono stato così una volta come
mille».37
Disse allora Calandrino: «E quante miglia ci ha?»38
Maso rispose: «Haccene39 più di millanta,40 che tutta notte canta».41
40 Disse Calandrino: «Dunque dee egli essere più là che Abruzzi».42
«Sì bene,» rispose Maso «si è cavelle».43
Calandrino semplice, veggendo Maso dir queste parole con un viso fermo e
senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità più manifesta, e
così l’aveva per vere;44 e disse: «Troppo ci è di lungi a’ fatti miei;45 ma se più presso
45 ci fosse,46 ben ti dico che io vi verrei una volta con esso teco,47 pur per veder fare il
tomo a quei maccheroni e tormene una satolla.48 Ma dimmi, che lieto sie tu,49 in
queste contrade50 non se ne truova niuna di queste pietre così virtuose?»

37 così una volta come mille: come a dire che non ci è mai stato.
38 quante miglia ci ha?: quante miglia dista quel posto da qui?
39 Haccene: ce ne sono (di miglia, da qui a quel paese).
40 millanta: numero immaginario composto da “mille” e dalla desinenza “-anta”, tipica di molti numerali, che sembra indicare una cifra iperbolica. Da tale invenzione boccacciana derivano il verbo “millantare”, nonché i vocaboli “millantatore” e “millanteria”.
41 che tutta notte canta: con questa seconda parte della frase Maso forma una sorta di filastrocca rimata priva di senso.
42 Abruzzi: nella confusa e limitata geo­grafia di Calandrino, indica una regione remota.
43 cavelle: un poco, più o meno.
44 l’aveva per vere: considerava vere le parole di Maso.
45 Troppo… a’ fatti miei: è troppo lontano per me.
46 se più presso ci fosse: se fosse più vicino.
47 con esso teco: con te.
48 pur… satolla: anche solo per vedere quegli gnocchi fare il capitombolo (giù dalla montagna di parmigiano) e farmene una scorpacciata.
49 che lieto sie tu: formula augurale pronunciata per convincere l’interlocutore a fornire l’informazione richiesta (letteralmente: “che tu sia felice”).
50 in queste contrade: qui nei dintorni di Firenze.