110 Calandrino con disidero108 aspettò la domenica mattina: la qual venuta, in
sul far del dì si levò. E chiamati i compagni, per la porta a San Gallo usciti e nel
Mugnon discesi cominciarono ad andare in giù, della pietra cercando. Calandrino
andava, come più volenteroso,109 avanti e prestamente110 or qua e or là saltando,
dovunque alcuna pietra nera vedeva si gittava e quella ricogliendo si metteva in
115 seno.111 I compagni andavano appresso, e quando una e quando un’altra ne
ricoglievano; ma Calandrino non fu guari di via andato, che egli il seno se n’ebbe
pieno,112 per che, alzandosi i gheroni113 della gonnella, che alla analda non era,114 e
faccendo di quegli ampio grembo bene avendogli115 alla coreggia116 attaccati d’ogni
parte, non dopo molto gli empié,117 e similmente, dopo alquanto spazio,118 fatto
120 del mantello grembo,119 quello di pietre empiè.
rr. 110 ss. La seconda sequenza mette in scena la beffa: non una semplice trovata per perdigiorno ma una manifestazione di intelligenza, la qualità che Boccaccio ritiene fondamentale nell’ambito della civiltà borghese e mercantile in cui vive.