145 Buffalmacco, recatosi in mano uno de’ ciottoli che raccolti avea, disse a Bruno:
«Deh! vedi bel codolo:135 così giugnesse egli testé nelle reni a Calandrino!» e
lasciato andare, gli diè con esso nelle reni una gran percossa; e in brieve in cotal
guisa136 or con una parola, e or con una altra, su per lo Mugnone infino alla porta
a San Gallo il vennero lapidando.137 Quindi, in terra gittate le pietre che ricolte
150 aveano, alquanto con le guardie de’ gabellieri si ristettero;138 le quali, prima da
loro informate, faccendo vista di non vedere, lasciarono andar Calandrino con le
maggior risa del mondo.139 Il quale senza arrestarsi se ne venne a casa sua, la quale
era vicina al Canto alla Macina;140 e in tanto fu la fortuna piacevole141 alla beffa,
che, mentre Calandrino per lo fiume ne venne e poi per la città, niuna persona
155 gli fece motto,142 come che pochi ne scontrasse per ciò che quasi a desinare era
ciascuno.143
Entrossene144 adunque Calandrino così carico in casa sua.
Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa, bella e
valente145 donna, in capo della scala: e alquanto turbata146 della sua lunga dimora,147
160 veggendol148 venire, cominciò proverbiando149 a dire: «Mai, frate, il diavol ti
ci reca!150 Ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare».
Il che udendo Calandrino, e veggendo che veduto era, pieno di cruccio151 e di
dolore cominciò a gridare: «Oimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu m’hai diserto152
ma in fé di Dio io te ne pagherò!»153 e salito in una sua saletta e quivi scaricate
165 le molte pietre che recate avea, niquitoso154 corse verso la moglie e presala per le
trecce la si gittò a’ piedi, e quivi, quanto egli poté menar le braccia e’ piedi, tanto
le diè per tutta la persona:155 pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o osso
addosso che macero156 non fosse, le diede niuna cosa valendole il chieder mercé
con le mani in croce.157
170 Buffalmacco e Bruno, poi che co’ guardiani della porta ebbero alquanto riso,
con lento passo cominciarono alquanto lontani158 a seguitar Calandrino; e giunti
a piè dell’uscio159 di lui sentirono la fiera160 battitura la quale alla moglie dava, e
faccendo vista di giugnere pure allora161 il chiamarono. Calandrino tutto sudato,
rosso e affannato si fece alla finestra e pregogli che suso a lui dovessero andare.162
rr. 158 ss. Nella terza sequenza vediamo il protagonista tornare a casa e scontrarsi con la moglie, involontariamente “colpevole” per aver rotto l’incantesimo. Il venir meno dell’illusione di possedere la pietra magica fa emergere in lui tratti nuovi della sua personalità: egli non è solo uno sciocco ma anche un violento pieno di pregiudizi misogini.