Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so ’namoramento,
ma quell’amor che stringe con furore
8 da la vista de li occhi à nascimento.

5-8 Certamente (Ben) talora (alcuna fiata) qualcuno (om) si innamora senza aver mai visto l’oggetto del suo amore (so ’namoramento), ma l’amore più tenace (che stringe con furore) ha origine dagli occhi che vedono.

 


TRECCANI Le parole valgono

furore Dal latino furor (“pazzia”, “furia”), chi è preda del furore è fuori di sé ed è soggetto a un forte sconvolgimento interiore dovuto all’ira o a un’altra passione impetuosa. Si tratta di uno stato d’animo incontrollabile, smisurato e rabbioso, che tocca gli esseri umani ma che può riguardare anche la forza della natura («il furore della tempesta»). → Indica il significato delle seguenti espressioni metaforiche: «Quel cantante oggi ha fatto furore»; «Il sindaco è stato eletto a furor di popolo».


Che li occhi rapresentan a lo core
d’onni cosa che veden bono e rio,
11 com’è formata naturalemente;

9-11 Ciò avviene poiché gli occhi presentano al cuore gli aspetti positivi e quelli negativi (bono e rio) di ogni cosa che vedono, così come essa è stata creata (è formata) dalla natura;


10 bono e rio: letteralmente, “il bene e il male”.
11 formata: nel latino biblico formare significa appunto “creare”.

e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e piace quel desio:
14 e questo amore regna fra la gente.

12-14 e il cuore, che riceve tali impressioni (che di zo è concepitore), fantastica attorno all’immagine che gli occhi gli hanno trasmesso, e quel desiderio è piacevole: è questo il tipo d’amore che domina fra la gente.


12 zo: ciò.
13 imagina: il verbo è utilizzato assolutamente, cioè senza complemento oggetto, come se fosse intransitivo.

Dentro il TESTO

I temi

Dalla vista al cuore
Nel sostenere che l’amore possiede un’origine per lo più visiva, nella seconda quartina Giacomo sostanzialmente rifiuta l’idea dell’amor de lonh (“amore lontano”), tipica della produzione provenzale. Il poeta parla invece di un rapporto diretto e ravvicinato tra amante e amata. Infatti egli è certo dell’origine fisica e, insieme, della natura ossessiva del fatto amoroso: convinzione dalla quale deriverà, in altri suoi componimenti, una concezione negativa e drammatica della passione amorosa. Al poeta interessa indagarne la fenomenologia e i presupposti naturali, aprendosi a una proficua relazione con la cultura scientifica del tempo, molto più di quanto fino ad allora fosse stato fatto dai poeti provenzali. La sua concezione dell’amore è quella di una passione sensoriale e mentale: idea che nasce qui e che sarà centrale nello Stilnovo e ancora in Petrarca.

Lo stile

La struttura argomentativa
Ai vv. 1-4 abbiamo un’affermazione: l’amore nasce dagli occhi; ai vv. 5-6 troviamo un’obie- zione a quella prima affermazione: talora una persona può amare senza aver mai visto l’oggetto del proprio amore; ai vv. 7-8 si risponde all’obiezione: l’amore “vero” nasce sempre dalla vista; dunque l’amore che prescinda dalla vista dell’oggetto amato è un sentimento debole, labile, di cui non vale nemmeno la pena parlare. Nelle due terzine il discorso si completa con la spiegazione di tale fisiologia amorosa: gli occhi riferiscono al cuore la realtà e il cuore sviluppa sopra quei dati per così dire “informativi” la propria immaginazione sentimentale. L’ultimo verso ribadisce che questo è il vero amore, il tipo più diffuso tra le persone. Nella precisione del ragionamento e nel rigore dei suoi passaggi cogliamo la preparazione tecnica di Giacomo da Lentini, uomo di legge e di governo.