Giacomo LEOPARDI LA VITA L ambiente familiare e la formazione VIDEO La vita di Giacomo Leopardi Leopardi si forma da autodidatta nella vasta biblioteca del padre. Durante l adolescenza (1808-1815), si dedica totalmente allo studio e scrive i primi componimenti eruditi. 1813: Storia dell astronomia 1815: Saggio sopra gli errori popolari degli antichi Casa Leopardi Nel 1798 il borgo di Recanati si trova ai confini di uno degli Stati pi arretrati della penisola italiana, lo Stato pontificio, in una realt del tutto marginale, lontana dai fermenti politici, sociali e culturali suscitati in Italia e in buona parte dell Europa prima dalla cultura illuminista e poi dagli ideali che avevano animato la Rivoluzione francese. In quell anno, nel piccolo centro marchigiano, nasce Giacomo Leopardi, primogenito di una nobile casata, figlio del conte Monaldo e di Adelaide Antici. Il padre, eccentrica figura di gentiluomo di provincia, un bibliofilo erudito, infaticabile intellettuale conservatore, difensore accanito della politica ecclesiastica, tenace oppositore di ogni riforma politica. Genitore affettuoso quanto possessivo, esercita da subito un influenza fondamentale nel favorire l inclinazione del figlio alle lettere: possiede infatti una notevole biblioteca ricca di opere classiche, filosofiche e teologiche, per la quale ha dilapidato il pur cospicuo patrimonio di famiglia. La madre, austera e rigorosamente religiosa, una donna poco incline alle manifestazioni di affetto: la sua inattaccabile severit dovuta soprattutto all educazione bigotta e alla pesante responsabilit di far fronte a un bilancio familiare reso pericolante dalle avventate speculazioni finanziarie del marito. Giacomo vive la sua fanciullezza in questo ambiente: una fanciullezza, tuttavia, non infelice, vivacizzata dai giochi con i fratelli minori Carlo e Paolina (i fratelli sono complessivamente dieci, ma solo alcuni supereranno l infanzia), ai quali racconta favole ispirategli dalla sua innata fantasia. Un genio precoce e autodidatta Il ragazzo rivela ben presto la sua intelligenza prodigiosa; inizialmente educato da precettori ecclesiastici che tuttavia non sono in grado di impartirgli insegnamenti adeguati alle sue possibilit , in seguito si forma come autodidatta: nelle quattro stanze della biblioteca paterna, tappezzate da quasi 16 000 volumi, apprende il greco e l ebraico, si cimenta nelle prime prove filologiche, immagina sui libri l esistenza di una realt viva e lontana dal suo angusto e gretto mondo paesano. Sono gli anni (1808-1815) che Leopardi stesso immortala come quelli dello «studio matto e disperatissimo», che gli procura una straordinaria erudizione: «Certo nessuno stato testimonio del suo affaticarsi pi di me», ricorder anni dopo il fratello Carlo, «che, avendo sempre nella prima et dormito nella stessa camera con lui, lo vedeva [vedevo], svegliandomi nella notte altissima, in ginocchio avanti il tavolino per poter scrivere fino all ultimo momento col lume che si spegneva». A questo periodo risalgono i primi componimenti, gi espressione di ampi interessi culturali: si spazia dai versi in latino a quelli in volgare di ispirazione classicistica ( 4 GIACOMO LEOPARDI