La cultura 1 La ducia nel progresso si incrina e si fa strada l idea che la realt non si possa conoscere in modo oggettivo. Il relativismo di Bergson, con la sua concezione del tempo non lineare, contribuisce ad abbattere tradizionali certezze. La conoscenza oggettiva della realt viene ridiscussa anche dal nuovo paradigma scienti co introdotto dalla meccanica quantistica di Planck e dalla teoria della relativit di Einstein. La crisi dell oggettivit Il crollo delle certezze: la teoria di Bergson Le grandi certezze e la fiducia nel progresso che avevano caratterizzato la cultura europea ottocentesca si erano gi incrinate alla fine del secolo. Ora, nei primi decenni del Novecento, proprio mentre la scienza e la tecnologia modificano la vita dell individuo e della collettivit in una misura mai vista prima, si afferma la convinzione che la realt non sia oggettivamente conoscibile e inquadrabile entro rigide categorie. Le categorie di spazio e tempo tra le questioni pi dibattute nella storia della filosofia vengono messe nuovamente in discussione. Gi il filosofo francese Henri Bergson (1859-1941) aveva formulato un concetto di tempo non riconducibile alla nozione fisicomatematica, che lo interpretava come una serie di istanti uguali e separati l uno dall altro. Questa, dice Bergson, un idea spaziale del tempo, immaginato appunto come una lancetta che si sposta sul quadrante di un orologio, percorrendo una distanza ben definita. Tutt altra cosa il tempo percepito dalla coscienza individuale: esso non successione di istanti uguali, ma un flusso continuo, una «durata» in cui i diversi momenti si sovrappongono e si compenetrano. La conoscenza del tempo, insomma, non qualcosa di oggettivo, ma relativa all esperienza individuale. La precariet della conoscenza: la meccanica quantistica Non solo la filosofia a mettere in discussione la conoscenza oggettiva della realt . L interpretazione meccanicistica della natura e gli stessi tradizionali fondamenti della fisica vengono ridiscussi proprio dai protagonisti del pensiero scientifico dell epoca. Le ricerche condotte dal tedesco Max Planck (1858-1947) sono in questo senso rivoluzionarie. La fisica classica riteneva che la materia fosse costituita da particelle discontinue, microscopici corpuscoli a s stanti e non ulteriormente divisibili; l energia era invece interpretata come Agli albori del wireless Fin da giovanissimo il bolognese Guglielmo Marconi (1874-1937) si dedica agli esperimenti sull elettricit , iniziando un percorso che lo porter al premio Nobel per la Fisica nel 1909. Convinto che sia possibile usare le onde elettromagnetiche per comunicare a distanza senza l impiego di fili, nel 1894 Marconi riesce a trasmettere segnali per qualche decina di metri. Migliorando i suoi dispositivi, nel 1895 invia un segnale a oltre due chilometri, oltrepassando una piccola collina: nasce la radio. Trasferitosi a Londra, Marconi fonda una societ e brevetta il suo rivoluzionario sistema di comunicazione, che poi sviluppa rendendo possibile la radiotelegrafia: grazie al telegrafo senza fili, le navi (il cui addetto radio battezzato marconista ) comunicano con la terraferma, anche attraverso l oceano. Di l a poco l invenzione di Marconi trova nuove applicazioni: nel 1914 da Bruxelles iniziano le prime trasmissioni sperimentali per la diffusione di programmi radiofonici, e nel 1936 in Inghilterra comincia un servizio televisivo regolare. X L Illustrazione italiana del 4 gennaio 1903 celebra l inaugurazione del servizio radiotelegrafico tra Europa e America. L EPOCA E LE IDEE 427