Cachaça Nata nel XVII secolo, nelle piantagioni di canna da zucchero del Brasile, al  tempo colonia portoghese, come bevanda per gli schiavi, in origine era  ottenuta dalla fermentazione e distillazione del succo grezzo di canna da  zucchero ( ). Col tempo, la tecnica fu affinata: prima della fermentazione  garapa il succo veniva fatto bollire per scremare il residuo della canna. Se ne otteneva un liquido chiamato cagaça, divenuto poi . Nel  Cachaça 1817, la Cachaça è diventata il simbolo del sentimento nazionale contro  l’oppressione della monarchia portoghese. Come si produce e si serve La lavorazione di questo distillato è simile a  quella del Rum agricolo: la canna da zucchero  frantumata si pressa per estrarre il succo; si aggiungono  i lieviti che attivano la fermentazione;  si distilla con il metodo discontinuo. Se ne ricava  un distillato leggermente più spigoloso del Rum  che di solito è messo in commercio senza il passaggio  in botte. La Cachaça può essere bevuta liscia anche se fuori dal  Brasile è conosciuta soprattutto come ingrediente base per la Caipirinha. curiosità Dal 1994, la Cachaça  è definita dalla  un  legge brasiliana «prodotto culturale  rappresentativo della  nazione e del popolo  brasiliano». Mescal o Mezcal Considerato fino a qualche anno fa la versione “povera”  della Tequila, è un distillato a cui la produzione  ancora artigianale garantisce profumo e morbidezza. Si differenzia dalla Tequila perché per distillarlo si usano  almeno 30 varietà diverse di agave. In Messico è la  bevanda più bevuta, e negli ultimi tempi si sta diffondendo  sempre di più anche fuori dai confini del Paese. Un tipo di Mescal è aromatizzato con una larva d’insetto che dovrebbe dare proprietà allucinogene al distillato; in realtà è stata dimostrata l’infondatezza di questa credenza. Le bottiglie di Mescal hanno spesso etichette molto colorate.