Il settore secondario in Italia Nel nostro Paese il settore secondario è a tutt’oggi un settore forte, anche se un po’ in calo, come accade anche negli altri Paesi europei con un’economia avanzata. Coinvolge quasi e produce una quota pari al 24% della ricchezza nazionale. un terzo dei lavoratori italiani (26%) La prima area industriale moderna si sviluppò all’inizio del Novecento nel cosiddetto : sorsero qui i grandi complessi siderurgici, chimici, meccanici che hanno fatto la storia dell’industria italiana, come la Fiat di Torino, l’Italsider di Genova, la Montedison, la Breda e la Pirelli di Milano. Fu verso queste fabbriche che si diressero i grandi flussi migratori degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, provenienti soprattutto dalle regioni del Sud, poco o per nulla industrializzate. triangolo industriale Milano-Torino-Genova Nel corso di più di un secolo il panorama industriale italiano è profondamente cambiato e oggi si caratterizza per la presenza di grandi imprese nazionali e accanto a una rete di , che negli ultimi decenni si è ridotta. multinazionali 10 piccole e medie imprese   Carta interattiva – Settori produttivi in Italia La raffineria di una multinazionale del petrolio a Taranto. 10  >> pagina 285  I DISTRETTI DELL’ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE Accanto alla grande industria del Nord-Ovest, si è affermato nel (Veneto e Friuli Venezia Giulia) e in un nuovo modello, quello del : non più poche grandi industrie che concentrano al proprio interno l’intero ciclo produttivo, ma , distribuite su un’area piuttosto ampia, che operano “in rete” l’una con l’altra, occupandosi ciascuna di una sola delle fasi produttive o delle specializzazioni in un determinato settore (dalla moda alla meccanica di precisione, dall’arredamento all’alimentare). Nord- Est Emilia-Romagna distretto tante fabbriche piccole e medie 11 Questo modello di industrializzazione si estende, come mostra la carta a pagina 284, anche a zone di Toscana, Marche, Lazio e Abruzzo, su una base di solida tradizione manifatturiera e artigianale. La moda, comparto di eccellenza del nostro Paese, a metà fra industria e artigianato. 11 Vantaggi e svantaggi delle imprese medio-piccole Grazie alle loro dimensioni, le piccole e medie imprese si mostrano spesso , cioè capaci di reagire più rapidamente alle richieste del mercato. L’essere piccole ha però anche uno svantaggio: una , cioè di denaro, e dunque di ricchezze da investire in tecnologie avanzate. La creazione di distretti dovrebbe appunto permettere di unire le forze per investire in ricerca, pubblicità, tecnologie, così da reggere la concorrenza della grande industria. Di fatto, però, le piccole e medie industrie e dei cambiamenti economici globali degli ultimi anni. più flessibili minore disponibilità di capitali hanno risentito pesantemente della crisi   Approfondimento – Piccole e medie imprese italiane   Approfondimento – Il Made in Italy L’INDUSTRIALIZZAZIONE DELL’ITALIA MERIDIONALE Rispetto all’Italia Settentrionale, il Sud della Penisola ha conosciuto uno sviluppo industriale più incerto. Sulla base di risorse e vocazioni tradizionali del territorio, in Puglia e in Campania si sono tuttavia affermati alcuni distretti, in particolare dell’industria , dell’ e delle . Anche queste realtà sono però state messe a dura prova dalla recente crisi internazionale. agroalimentare 12 abbigliamento calzature La lavorazione degli spaghetti in un pastificio campano. 12 STUDIO CON METODO nel testo la definizione di “distretto” e in che cosa si differenzia dalla grande industria. Sottolineo spiego la carta a pagina 284 e le seguenti informazioni. Osservo individuo Quali distretti si sono sviluppati nell’Italia del Nord-Ovest, del Nord-Est e del Centro. Quali distretti sono presenti nell’Italia Meridionale.