ggere gere di ge Odissea Omero Siamo nel libro IX dell Odissea, uno dei due grandi poemi di Omero. L avventura che segue è frutto di una delle astuzie di Ulisse: al mostruoso ciclope Polifemo, gigante con un solo occhio e mangiatore di uomini, egli offre un vino, soave in grado di produrre un rapido e profondo sonno e alla domanda del ciclope circa il suo nome egli risponde «Nessuno . Il ciclope, accecato da Ulisse e dai suoi uomini non potrà chiedere aiuto agli altri ciclopi dicendo che «Nessuno gli aveva fatto del male. La sottigliezza dell inganno sta proprio nel doppio significato della parola «nessuno : in un certo senso aver dato un nome di persona che indica però l assenza di una qualsiasi persona. LEGGI IL BRANO D ammene ancora, sii buono, e poi dammi il tuo nome, subito adesso, perché ti faccia un dono ospitale e tu ti rallegri. Anche ai Ciclopi la terra dono di biade Produce vino nei grappoli, e a loro gonfia la pioggia di Zeus. Ma questo è un fiume d ambrosia e di nettare . Così diceva: e di nuovo gli porsi vino lucente; tre volte glie ne porsi, tre volte bevve, da pazzo. Ma quando al Ciclope intorno al cuore il vino fu sceso, allora io gli parlai con parole di miele: «Ciclope, domandi il mio nome glorioso? Ma certo, lo dirò; e tu dammi il dono ospitale che hai promesso. Nessuno ho nome: Nessuno mi chiamano Madre e padre e tutti i compagni . Così dicevo; e subito mi rispondeva con cuore spietato: «Nessuno io mangerò per ultimo, dopo i compagni; gli altri prima; questo sarà il dono ospitale . Disse, e s arrovesciò cadendo supino, e di colpo giacque, piegando il grosso collo di lato: lo vinse il sonno che tutto doma: e dalla gola vino gli usciva, e pezzi di carne umana; vomitava ubriaco. Allora il palo cacciai sotto la molta brace, finché fu rovente; e con parole a tutti i compagni facevo coraggio, perché nessuno, atterrito si ritirasse. Quando il palo d ulivo nel fuoco già stava Per infiammarsi, benché fosse verde, splendeva terribilmente, allora in fretta io lo toglievo dal fuoco, e intorno i compagni mi stavano; certo un dio c ispirò gran coraggio. Essi, alzando il palo puntuto d olivo, nell occhio lo spinsero: e io premendo da sopra giravo, come un uomo col trapano un asse navale trapana; altri sotto con la cinghia lo girano, tenendo di qua e di là: il trapano corre costante; così ficcato nell occhio del mostro il tizzone infuocato, 168