ggere gere di ge Scoprire da soli la matematica, Blaise Pascal Gilberte Périer Il racconto che segue è tratto da una raccolta antologica di brani che hanno fatto la storia della matematica. Il racconto su Blaise Pascal (1623-1662) è stato scritto dalla sorella, Gilberte Périer. Rimane una delle poche fonti disponibili che narra la vita del matematico, fisico, filosofo e teologo francese. LEGGI IL BRANO I Blaise Pascal, Scultura di A. Pajou Museo del Louvre. 460 l suo genio per la geometria incominciò a mostrarsi quando egli non aveva che dodici anni, e per un caso così straordinario che merita di essere raccontato per disteso. Mio padre era abbastanza esperto di Matematica e corrispondeva ed aveva relazioni con tutti gli scienziati di questo ramo che erano spesso ospiti presso di lui. Ma, poiché aveva intenzione di istruire mio fratello nelle lingue e sapeva che la Matematica è una cosa che riempie lo spirito e lo soddisfa, non voleva che mio fratello la conoscesse, temendo che questa lo rendesse negligente nei riguardi del latino e delle altre lingue nelle quali voleva che Blaise si perfezionasse. Quindi aveva messo sotto chiave tutti i libri che parlavano di Matematica e si asteneva dal parlarne con gli amici in presenza di Blaise; ma questo silenzio non impediva alla curiosità del ragazzo di accendersi, tanto che egli pregava spesso mio padre di insegnargli la Matematica. Ma mio padre gli rifiutava questo insegnamento, promettendoglielo come un premio: gli prometteva di insegnargli la Matematica non appena avesse imparato il latino e il greco. Allora mio fratello, vedendo questa resistenza, gli domandò una volta cosa fosse questa scienza di cui si parlava e mio padre gli rispose in modo generico dicendo che era il modo per fare delle figure esatte, e di trovare le relazioni delle figure tra di loro, ma contemporaneamente gli proibì di parlarne ancora e addirittura pensarci. Ma questo spirito che non poteva accettare di essere costretto entro i limiti di queste proibizioni, non appena ebbe questo spiraglio, datogli dalla proposizione secondo la quale la Matematica insegna a fare delle figure assolutamente esatte, si mise a pensare su questo argomento; e nelle sue ore di ricreazione, in una stanza nella quale aveva l abitudine di giocare, preso del carbone, faceva delle figure sul pavimento, cercando i mezzi, per esempio, di disegnare un cerchio perfettamente rotondo, un triangolo i cui lati e i cui angoli fossero assolutamente uguali tra loro e altre cose come queste. Trovava tutto da solo, senza fatica, e poi cercava le proporzioni delle figure tra loro. Ma poiché mio padre aveva avuto grandissima cura di nascondergli le cose, delle cose Blaise ignorava addirittura i nomi; egli fu costretto a inventarne da solo: chiamava il cerchio un tondo e una retta una sbarra e così via. Dopo aver dato questi nomi, egli enunciò degli assiomi e poi costruì delle dimostrazioni perfette; e poiché in queste cose si va avanti, egli spinse la sua ricerca fino alla 32a proposizione del primo libro di Euclide.
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