Il Settecento – L'autore: Carlo Goldoni LABORATORIO verso l'esame TIPOLOGIA A analisi del testo Perché? , atto II, scene VIII-IX La bottega del caffè Dopo aver aiutato Eugenio a riscattare gli orecchini della moglie Vittoria, dati in pegno a Don Marzio, Ridolfo spera di allontanare il giovane dal vizio del gioco. Nel frattempo arriva al caffè Don Marzio, che si mette a scherzare con la ballerina Lisaura affacciata alla finestra. SCENA VIII . Spero un poco alla volta tirarlo in buona strada. Mi dirà qualcuno: perché vuoi tu romperti il capo per un giovine che non è tuo parente, che non è niente del tuo? E per questo? Non si può voler bene a un amico? Non si può far del bene a una famiglia, verso la quale ho delle obbligazioni? Questo nostro mestiere ha dell’ozio assai. Il tempo che avanza, molti l’impiegano o a giuocare, o a dir male del prossimo. Io l’impiego a far del bene, se posso. Oh che bestia! Oh che bestia! Oh che asino! Con chi l’ha, signor Don Marzio? Senti, senti, Ridolfo, se vuoi ridere. Un medico vuol sostenere che l’acqua calda sia più sana dell’acqua fredda. Ella non è di quest’opinione? L’acqua calda debilita lo stomaco. Certamente rilassa la fibra. Cos’è questa fibra? Ho sentito dire che nel nostro stomaco vi sono due fibre, quasi come due nervi, dalle quali si macina il cibo, e quando queste fibre si rallentano si fa una cattiva digestione. Sì signore, sì signore; l’acqua calda rilassa il ventricolo, e la e la non possono triturare il cibo. Come c’entra la sistole, e la diastole? Che cosa ne sai tu, tu che sei un somaro? e sono i nomi delle due fibre, che fanno la triturazione del cibo digestivo. (Oh che spropositi! Altro che il mio Trappola!). ( ) SCENA IX . Ehi? L’amica della porta di dietro. ( ). Con sua licenza, vado a badare al caffè. ( ) Ridolfo, poi Don Marzio RIDOLFO 1 2 5 3 4 DON MARZIO RIDOLFO 10 DON MARZIO RIDOLFO DON MARZIO RIDOLFO 15 DON MARZIO RIDOLFO DON MARZIO sistole 20 diastole RIDOLFO DON MARZIO Sistole diastole 5 RIDOLFO da sé 25 Lisaura alla finestra, e detti DON MARZIO 6 a Ridolfo RIDOLFO va nell’interno della bottega crearti delle preoccupazioni. non ha legami con te. degli obblighi di riconoscenza. molto tempo libero. in realtà i due termini medici si riferiscono al funzionamento del cuore, non dell’apparato digerente. Lisaura; Don Marzio ha insinuato, ripetendolo a tutti con grande insistenza, che la ragazza sia una poco di buono e che riceva clienti facendoli entrare e uscire di nascosto da una porta sul retro della casa. 1 romperti il capo: 2 non è niente del tuo: 3 delle obbligazioni: 4 dell’ozio assai: 5 digestivo: Sistole… 6 L’amica… di dietro: >> pag. 360 Costui è un asino, vuol serrar presto la bottega. Servitor suo padrona mia ( ) Serva umilissima. Sta bene? Per servirla. Quant’è che non ha veduto il conte Leandro? Un’ora in circa. È mio amico il conte. Me ne rallegro. Che degno galantuomo! È tutta sua bontà. Ehi? È vostro marito? I fatti miei non li dico sulla finestra. Aprite, aprite, che parleremo. Mi scusi, io non ricevo visite. Eh via! No davvero. Verrò per la porta di dietro. Anche ella si sogna della porta di dietro? Io non apro a nessuno. A me non avete a dir così. So benissimo che introducete la gente per di là. Io sono una donna onorata. Volete che vi regali quattro castagne secche? ( ) La ringrazio infinitamente. Sono buone sapete. Le fo seccare io ne’ miei beni. Si vede che ha buona mano a seccare. Perché? Perché ha seccato anche me. Brava! Spiritosa! Se siete così pronta a far le capriole, sarete una brava ballerina. A lei non deve premere che sia brava, o non brava. In verità, non me ne importa un fico. DON MARZIO 7 a Lisaura, guardandola di quando in quando col solito occhialetto 30 LISAURA DON MARZIO LISAURA DON MARZIO LISAURA 35 DON MARZIO LISAURA DON MARZIO LISAURA DON MARZIO 40 LISAURA DON MARZIO LISAURA DON MARZIO LISAURA 45 DON MARZIO LISAURA DON MARZIO LISAURA DON MARZIO le cava dalla tasca 50 LISAURA DON MARZIO LISAURA DON MARZIO LISAURA 55 DON MARZIO LISAURA DON MARZIO chiudere, a causa della perdita della clientela. 7 serrar: COMPRENSIONE Di quale argomento parlano Don Marzio e Ridolfo nella scena VIII? Quale opinione sostiene Don Marzio? Perché Ridolfo dice tra sé: (r. 24)? 1 Oh che spropositi! Altro che il mio Trappola! Che cosa vuole ottenere Don Marzio da Lisaura, offrendole delle castagne secche? 2 ANALISI Cerca le definizioni di e , precisa a quale ambito appartengono e poi spiega perché Don Marzio le riferisce alla digestione. Ci sono altre parole riconducibili alla stessa sfera semantica? Quale effetto ottiene l’autore con l’impiego di un linguaggio specialistico in questo dialogo? In che modo viene delineato il carattere dei due personaggi, attraverso l’uso di tali parole? 3 sistole diastole Cerca nel testo i termini appartenenti all’ambito del mondo animale, analizzane il significato, indica chi li usa e spiega infine il senso che conferiscono al dialogo. 4 In che senso Don Marzio usa la parola (r. 55)? 5 capriole >> pag. 361 INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA E APPROFONDIMENTI Perché Don Marzio afferma: (r. 28)? Da che cosa deriva l’effetto comico di tale battuta? 6 Costui è un asino, vuol serrar presto la bottega Traccia un ritratto di Don Marzio a partire da questo brano, riferendoti anche agli altri passi della commedia che hai letto. 7 Le conoscenze scientifiche, durante l’Illuminismo, sono considerate importanti anche dai letterati, in quanto parte fondamentale di una cultura guidata dalla ragione. Sviluppa questo argomento illustrando i legami tra letteratura e sapere scientifico, riferendoti agli autori e ai fenomeni letterari finora studiati. 8 TIPOLOGIA B saggio breve ARGOMENTO RELAZIONE, INFORMAZIONE, INTRATTENIMENTO IERI E OGGI: DALLA PIAZZA AI NUOVI MEDIA Sviluppa l’argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti forniti. Nella tua argomentazione fai riferimento a ciò che hai studiato e alle tue conoscenze. Documento 1 . La piazza è uno spazio reale. Slargo di una via, area non edificata di un agglomerato urbano, spazio aperto e libero per eccellenza, costituisce il fulcro cittadino, tanto che il centro e la piazza maggiore di una città spesso diventano sinonimi. La piazza è un luogo che si adatta a essere riempito e interpretato in virtù della molteplicità delle funzioni diverse alle quali può essere adibito. Di tutti i siti urbani è certamente quello destinato a svolgere il maggiore numero di attività connesse alla cosa pubblica, che si estendono al maggior numero di cittadini: è il più comune dei . Nella sua monumentalità la piazza rappresenta i valori più alti della civiltà, perciò assume inevitabilmente la valenza di simbolo della comunità cittadina. A partire dal Quattro-Cinquecento la piazza, insieme agli edifici che la circondano, diventa l’emblema della città e la sua architettura un soggetto degno di essere rappresentato. Se il palazzo è per metonimia il potere e le autorità politiche, la piazza è sinonimo del popolo, dell’insieme eterogeneo di tutte le componenti sociali. Fin dall’antichità il centro dell’organismo in cui si insedia la comunità è un punto su cui si concentra una fitta rete di riflessioni filosofiche le quali elevano l’ urbano a effigie dell’universo. Canale di comunicazione fra il basso e l’alto, la sua collocazione, la stessa individuazione dell’area topografica sulla quale troverà spazio sono sottoposte alle leggi dell’orientamento che lo inscrivono in un ordine cosmico e che ne fanno un elemento di collegamento e di passaggio, un prodotto e una fonte di armonia sociale, un condensato simbolico di quanto nel passato e nel presente parli a favore dell’uomo e della vita organizzata. Ma la piazza non è solo un luogo reale, o simbolico, o concettuale: essa è per eccellenza anche un luogo “virtuale”. Il luogo virtuale più aperto, accessibile, eclettico che si possa immaginare. La studiosa Beatrice Collina tratteggia le caratteristiche salienti della piazza 5 loca communia 1 10 15 umbilicus 2 20 Beatrice Collina, , in AA.VV., , Bruno Mondadori, Milano 2003 Piazza Luoghi della letteratura italiana in latino, “luoghi comuni”, “luoghi pubblici”. in latino, “ombelico”, “centro nevralgico”. 1 : loca communia 2 : umbilicus >> pag. 362 Documento 2 Campiello Nella nota introduttiva al (1756) Carlo Goldoni spiega la nascita della commedia e le ragioni del titolo. Questa è una di quelle Commedie che soglio preparare per gli ultimi giorni di Carnovale, sendo più atte in quel tempo a divertire il popolo che corre affollatamente al Teatro. L’azione di questa Commedia è semplicissima, l’intreccio è di poco impegno, e la peripezia non è interessante; ma ad onta di tutto ciò, ella è stata fortunatissima sulle scene in Venezia non solo, ma con mia sorpresa in Milano fu così bene accolta, che si è replicata tre volte a richiesta quasi comune. La mia maraviglia fu grande, perché ella è scritta coi termini più ricercati del basso rango e colle frasi ordinarissime della plebe, e verte sopra i costumi di cotal gente, onde non mi credeva che fuori delle nostre lagune potesse essere intesa, e così bene goduta. Ma vi è una tal verità di costume, che quantunque travestito con termini particolari di questa Nazione, si conosce comunemente da tutti. […] Il titolo del Campiello riuscirà nuovo a qualche forastiere non pratico della nostra città. Campo da noi si dice ad ogni piazza, fuori della maggiore che chiamasi di San Marco. Campiello dunque è il diminutivo di Campo, che vale a dire è una Piazzetta, di quelle che per lo più sono attorniate da case povere e piene di gente bassa. 1 5 2 10 15 3 Carlo Goldoni, , nota introduttiva al L’autore a chi legge Campiello nonostante tutto ciò. frasi di uso comune, colloquiali. umile, povera. 1 ad onta di tutto ciò: 2 frasi ordinarissime: 3 bassa: Documento 3 In un articolo del 30 dicembre 2010, il giornalista Franco Giubilei riferisce di una polemica nata in seguito all’organizzazione del Capodanno bolognese. La banda di X Factor a far festa in piazza Maggiore per la notte di San Silvestro? Apriti cielo! L’altra Bologna, quella delle associazioni culturali più o meno alternative – una cinquantina di gruppi riuniti sotto la sigla «Siamo la cultura» – ha imbracciato il computer e ha scritto una lettera al veleno al commissario, Anna Maria Cancellieri, accusando il Comune di «riproporre un palinsesto da tivù spazzatura», chiedendo conto dei soldi con cui sarà pagato il veglione […]. Ma quel che è rimasto veramente sullo stomaco alle associazioni è altro: «Bologna è sempre stata caratterizzata da eventi culturali di un certo livello, così, quando abbiamo letto sui giornali cittadini che la Cancellieri aveva dato incarico a Ballandi di fare lo spettacolo di X Factor siamo rimasti di sasso», aggiunge Da Fre. «Ma come, a Bologna ci sono associazioni che con grande professionalità fanno attività di ogni genere tutto l’anno, dalla danza alla musica al teatro, e viene fatta una scelta del genere?». […] «Una gestione differente della serata, realizzata con la collaborazione delle risorse migliori – recita il testo della lettera – avrebbe potuto offrire un segno di cambiamento per il rilancio dell’immagine della città legata alla produzione culturale. Un’occasione mancata e un’ulteriore conferma del dominio della logica del grande evento commerciale». Aggiungono i contestatori che il compito delle istituzioni sarebbe far crescere culturalmente i cittadini, mentre qui si veicola il messaggio che nella vita l’importante è avere visibilità e fare successo: «Si parla tanto di tv spazzatura e il Comune la promuove», rincara la portavoce Da Fre. 5 10 15 20 Franco Giubilei, , www.lastampa.it Veglione con X Factor? Bologna la dotta si ribella >> pag. 363 Documento 4 Con l’avvento di Internet è nata una nuova piazza, quella “virtuale”: ecco la definizione che ne dà il vocabolario Treccani, con una serie di esempi tratti dai giornali. Luogo di incontro e scambio a disposizione degli utenti della rete telematica. Il mondo Internet sta vivendo oggi alcune importanti evoluzioni: la diffusione degli accessi free alla rete ha fatto crescere da settembre le utenze in modo esponenziale; i portali e le comunità virtuali stanno creando un altro modo di vivere la rete: non più navigazione libera, ma punti di riferimento, piazze virtuali dove potersi incontrare, fare acquisti on-line e trovare risorse utili (Giuseppe Pantò, , 22 novembre 1999, Affari & Finanza, p. 43). Il Belpaese naviga online. Arriva Italia.it la piazza virtuale (e ufficiale) dove i viaggiatori di tutto il mondo potranno affacciarsi per scoprire le bellezze del nostro territorio (Carlotta De Leo, , 1° aprile 2006, p. 16, Cronache). [tit.] La «piazza virtuale» raddoppia [testo] La piazza virtuale del blog è sempre più affollata, come titolava mercoledì scorso su «Il Sole 24 Ore» il dossier di «Job24» (Rosanna Santonocito, , 19 dicembre 2007, p. 25, Job 24). Piazza virtuale • 5 Repubblica • 10 Corriere della sera • Sole 24 Ore Guida alla stesura Dopo un’attenta lettura di tutti i documenti, fai una breve sintesi di ognuno: da sempre la piazza è il punto centrale della città, non soltanto fisico ma anche simbolico (doc. 1); Goldoni ambienta un’intera commedia in un campiello, la tipica piazzetta veneziana (doc. 2); al giorno d’oggi la piazza è anche sede di concerti e spettacoli (doc. 3); l’esempio più recente di piazza virtuale è Internet (doc. 4). Ciò ti permetterà di avere un’idea complessiva dell’argomento da trattare. Individua le parole chiave presenti in ogni documento e raggruppale in una serie di temi omogenei: la piazza può essere intesa come luogo fisico di incontro e intrattenimento (docc. 1-3); la piazza può anche essere intesa come luogo simbolico: Internet ne è un esempio (doc. 4); sia la piazza fisica sia quella simbolica possono presentare aspetti negativi, o quanto meno discutibili (docc. 3 e 4). Individua i punti di contatto e quelli di divergenza tra i diversi temi. Mettili a confronto, spiegando come si sono sviluppati, modificati, e perché. Ogni tua affermazione deve essere sempre argomentata. Usa un linguaggio chiaro e preciso e, dove necessario, tecnico.