Il Settecento – L'autore: Giuseppe Parini La vita Le opere • Nasce a Bosisio, sul lago di Pusiano, in Brianza 1729 • Muore la prozia Anna Maria Lattuada, che lo lascia erede di una rendita a patto che diventi prete 1741 1752 Alcune poesie di Ripano Eupilino • È ammesso all’Accademia degli Ipocondriaci (Bologna) e all’Accademia dei Trasformati (Milano) 1753 • È ordinato sacerdote • Viene assunto in qualità di precettore dal duca Gabrio Serbelloni 1754 1757 Dialogo sopra la nobiltà 1760 Lettere contro il padre Onofrio Branda 1761 Lettere del Conte N.N. ad una falsa devota • Lascia la famiglia Serbelloni a causa di un dissidio con la duchessa 1762 • Si impiega, ancora come precettore, presso il conte Giuseppe Maria Imbonati 1763 (prima parte del Giorno) Il Mattino 1764 L’educazione 1765 (seconda parte del Giorno) Il Mezzogiorno • È nominato “poeta del Regio Teatro Ducale” 1768 • Diviene direttore del settimanale “La Gazzetta di Milano” 1769 • È docente di Belle Lettere presso le Scuole Palatine 1770 1773-1775 De’ principii fondamentali e generali delle belle lettere applicati alle belle arti • È nominato sovrintendente delle Scuole di Brera 1791 (prima edizione) Odi 1795 (seconda edizione) Odi • Dopo l’arrivo dei francesi a Milano, viene invitato a collaborare con la Municipalità, ma abbandona presto l’incarico 1796 • Muore a Milano 1799 Predâro i Filistei l’arca di Dio 1801 Pubblicate postume le ultime due parti del ( e ) Giorno Il Vespro La Notte 3 I grandi temi La polemica antinobiliare La Rivoluzione francese del 1789 segna il culmine della crisi dell’aristocrazia consumatasi nel corso del XVIII secolo. Tuttavia, più che dalle conseguenze politiche e culturali di questo cruciale evento, che il poeta osserva con distacco e inquietudine, la polemica antinobiliare di Parini scaturisce dalle sue stesse vicende biografiche. Nato in un’area rurale da una famiglia di estrazione sociale modesta, egli diventa un cittadino (anche nello spirito) e, grazie alla sua cultura e alle sue capacità, giunge a frequentare gli ambienti aristocratici, rimanendo però sempre in una condizione di inferiorità sociale, come risulta evidente dal suo ruolo di precettore. Da questo particolare , il poeta può osservare da vicino il comportamento quotidiano dei nobili con l’occhio del subalterno, ma allo stesso tempo con la consapevolezza e la superiorità dell’intellettuale che giudica e sorride dei difetti altrui. punto di vista interno La conoscenza diretta della nobiltà >> pag. 375 La critica pariniana è rivolta contro alcuni aspetti specifici della nobiltà, non contro l’aristocrazia nel suo complesso, per la quale il poeta prova una , presente nelle ultime sotto forma di un’idealizzazione della bellezza delle gentildonne, raffinate anche perché nobili, seducenti anche perché socialmente elevate. Del resto, alle motivazioni psicologiche se ne aggiungono altre di tipo storico e culturale: il poemetto in cui si trasferiscono le idee più mature sulla nobiltà, , è scritto nell’epoca in cui si dispiega in Lombardia l’esperienza del , che unisce la spinta riformista dell’Illuminismo lombardo agli obiettivi del governo austriaco, coinvolgendo, senza radicali disaccordi, le migliori menti aristocratiche e i borghesi culturalmente più avanzati. segreta attrazione Odi Il Giorno dispotismo illuminato L’attrazione per la nobiltà e la stagione delle riforme Tuttavia, malgrado il fascino che la nobiltà esercita su Parini e la consapevolezza di come essa abbia svolto, in alcune fasi storiche, un’azione proficua, improntata a giustizia e magnanimità, il poeta è estremamente deciso nelle sue critiche. Il suo moralismo austero non può che condannare la e i . Così, la polemica si appunta con tono risentito sull’arroganza dei nobili e sul loro disprezzo verso il lavoro e la miseria, a difesa della dignità individuale e nel rifiuto di anacronistiche divisioni sociali che sacrificano il valore e il talento dei singoli. fatuità aristocratica privilegi di classe La critica decisa di un moderato T1 Il nobile e il poeta Dialogo sopra la nobiltà I due personaggi del dialogo – un nobile e un poeta plebeo, cui la sorte ha assegnato la medesima tomba – disputano sul valore della nobiltà in un confronto acceso e serrato. Riportiamo un brano dall’ultima parte dell’opera, in cui il poeta cerca di dimostrare al suo interlocutore quanto sia stolta la pretesa di arrogarsi privilegi fondati sull’ereditarietà. e Uguaglianza privilegi Noi nasciamo come se’ nato tu medesimo, se io ho a dirti ’l vero: ma il sangue che in noi è provenuto dai nostri maggiori è tutt’altra cosa che il tuo. Dàlle! e voi seguite pure a infilzarmi maraviglie. Forseché il vostro sangue non è come il nostro fluido e vermiglio? È egli fatto alla foggia di quello degli Dei d’Omero? Egli è anzi così, come il vostro, fluidissimo e vermiglissimo: ma tu ben sai che possa il nostro sangue sopra gli animi nostri. Io non so nulla, io. Di grazia, che credete però voi che il vostro sangue possa sopra gli animi vostri? NOBILE 1 2 3 POETA 4 5 6 7 8 5 NOBILE 9 POETA sei. se devo dirti il vero. nostri avi. e dàgli!, esclamazione di fastidio rivolta a chi ripete con insistenza la stessa opinione. continuate a inanellare affermazioni stupefacenti. forse che. rosso. nella maniera, nel modo. che potere abbia. 1 se’: 2 se io… ’l vero: 3 nostri maggiori: 4 Dàlle!: 5 seguite pure… maraviglie: 6 Forseché: 7 vermiglio: 8 alla foggia: 9 che possa: >> pag. 376 Esso ci può più che non credi: esso rende i nostri spiriti svegliati, gentili e virtuosi; laddove il vostro li rende ottusi, zotici e viziosi. E perché ciò? Perché esso è disceso purissimo per insino a noi per li purissimi canali de’ nostri antenati. Se la cosa è come a voi pare, voi sarete adunque, voi altri Nobili, tutti quanti forniti d’animo svegliato, gentile e virtuoso. Sì certamente. Onde vien egli però che, quando io era colassù tra’ viventi, a me pareva che una così gran parte di voi altri fosse ignorante, stupida, prepotente, avara, bugiarda, accidiosa, ingrata, vendicativa e simili altre gentilezze? Forse che talora per qualche impensato avvenimento si è introdotta qualche parte del nostro sangue eterogeneo per entro a que’ purissimi canali de’ vostri antenati? Ed onde viene ancora, che tra noi altra plebe io ho veduto tante persone letterate, valorose, intraprendenti, liberali, gentili, magnanime e dabbene? Forse che qualche parte del vostro purissimo sangue vien talora, per qualche impensato avvenimento, ad introddursi negli oscuri canali di noi altra canaglia? Io non ti saprei ben dire onde ciò procedesse; ma egli è pur certo che bisogna sempre dir bene de’ nobili, perché bisogna rispettarli, se non per altro, almeno per l’antichità della nostra prosapia. Deh, Signore, ditemi per vita vostra, quanti secoli prima della creazione cominciò egli mai la vostra prosapia? Ah ah, tu mi fai ridere: pretenderesti tu forse, minchione, che ci avesse delle famiglie prima che nulla ci fosse? Or bene; di che tempo credete voi che avesse cominciamento la vostra famiglia? Dal tempo di Carlo Magno, cicala. Olà, tu fammi dunque il cappello tu, scòstati da me tu. Insolente! che linguaggio tieni tu ora con me? Tu mi faresti po’ poi scappare la pazienza. Olà! scòstati, ti dico io. E perché? Perché la mia famiglia è di gran lunga più antica della tua. Taci là, buffone; e da chi presumeresti però tu d’esser disceso? Da Adamo, vi dico io. 10 NOBILE 10 11 POETA NOBILE 12 13 15 POETA 14 NOBILE POETA 15 16 20 17 18 25 19 NOBILE 20 21 22 30 POETA 23 NOBILE 24 POETA 25 35 NOBILE 26 POETA 27 NOBILE 28 29 40 POETA NOBILE POETA NOBILE 30 POETA ha più potere di quanto tu non creda. vigili, svegli. fino. vene. dunque, quindi. come accade allora, da che cosa dipende il fatto che. lassù. in senso ironico. dentro, all’interno. il volgo, i ceti popolari. da che cosa questo dipenda. è sicuro che. stirpe. in nome della vostra vita. che esistessero. che abbia avuto inizio. chiacchierone. riveriscimi, levati il cappello davanti a me. usi. fra poco mi farai. perciò, dunque. 10 ci può… credi: 11 svegliati: 12 per insino: 13 canali: 14 adunque: 15 Onde vien… che: 16 colassù: 17 gentilezze: 18 per entro: 19 canaglia: 20 onde ciò procedesse: 21 egli è pur certo: 22 prosapia: 23 per vita vostra: 24 che ci avesse: 25 che avesse cominciamento: 26 cicala: 27 fammi dunque il cappello tu: 28 tieni: 29 mi faresti po’ poi: 30 però: >> pag. 377 Dentro il testo I contenuti tematici Il brano, rappresentativo della vivacità del , è tutto giocato sullo scambio di battute fra il poeta, acuto e intelligente, e il nobile, tronfio, presuntuoso e pieno di pregiudizi. Il poeta – evidente controfigura dell’autore – smonta una per una, con lucidità e sprezzo delle ipocrisie, le convinzioni astratte dell’aristocratico, ormai superate e destinate a essere spazzate via dalla nuova mentalità che si è fatta strada nel corso del secolo. Durante il confronto, andando oltre i luoghi comuni e i preconcetti consolidati, il poeta arriva così a una verità sostanziale: tutte le stirpi sono antiche, perché ogni essere umano discende, secondo la tradizione biblica, da Adamo; di conseguenza, non esistono reali differenze tra le famiglie e tra gli individui. Dialogo Due classi sociali a confronto La critica ha messo in luce come il anticipi per molti aspetti il poemetto . Leggendo quest’ultimo, tuttavia, si noterà una differenza piuttosto netta: la satira antinobiliare diventerà più decisa e consapevole, a seguito della piena maturazione, in Parini, delle idee illuministiche; i temi morali e civili saranno più definiti. Nel , la nobiltà è ancora in larga parte un concetto astratto, e di conseguenza la satira è meno pungente. Dialogo sopra la nobiltà Il Giorno Dialogo Il contenuto satirico Le scelte stilistiche Lo stile del è prevalentemente giocoso e comico-grottesco, nella migliore tradizione italiana della satira. Il lessico e la sintassi sono artificiosamente elevati nel linguaggio dell’aristocratico ( , r. 27; , r. 29), mentre risultano per lo più popolareschi in quello del poeta povero ( , r. 3), il quale, comunque, non è affatto incolto, nonostante le dichiarazioni di ignoranza ( r. 8). Dialogo sopra la nobiltà Io non ti saprei ben dire onde ciò procedesse prosapia voi seguite pure a infilzarmi maraviglie Io non so nulla, io, Un vivace scambio di battute Verso le competenze COMPRENDERE Qual è l’argomento principale con cui il poeta smonta le pretese del nobile? Su quale presupposto tipicamente illuministico è basato? 1 ANALIZZARE Descrivi le caratteristiche dei due personaggi che dialogano. Quale atteggiamento manifesta Parini nei loro confronti? Per quale dei due parteggia? 2 Con quale genere di interrogative il poeta incalza il nobile e mette in crisi le sue certezze? 3 Individua nel testo esempi di lessico altisonante e di termini popolareschi e completa la tabella. 4 Termini aulici Termini popolari INTERPRETARE In che modo il fatto che si tratti di un dialogo tra due persone morte influisce sull’atteggiamento del poeta plebeo verso il nobile? 5 PRODURRE Oggi l’aristocrazia non ha più alcun peso nella vita civile e politica italiana: la stessa Costituzione non riconosce i titoli nobiliari (Disposizioni transitorie e finali, XIV). Tuttavia la nobiltà continua a esercitare sul grande pubblico un certo fascino, almeno a giudicare dallo spazio dedicato alle vicende delle case regnanti europee dai rotocalchi popolari. Come spieghi questa apparente contraddizione? Ragiona sul tema in un testo argomentativo di circa 30 righe. 6