DELLA STORIA TESTIMONIANZE (Unità 12 • Capitolo 33) I BENI DI UN’ABBAZIA DEL IX SECOLO In questo documento del IX secolo sono elencati i beni dell’abbazia di Staffelsee, in Baviera. Sebbene in alcuni casi non sia possibile determinare con precisione la quantità delle merci citate, perché non conosciamo alcune unità di misura, questo documento rivela un’immagine sufficientemente chiara dei prodotti e del bestiame che erano presenti nelle aziende agricole dell’epoca, così come delle merci che venivano utilizzate per pagare i canoni di affitto delle terre e delle a cui erano sottoposti i contadini. corvées Abbiamo trovato a Staffelsee, alle dipendenze dell’abbazia, una corte e una casa appartenenti ai signori, . Dalla corte dipendono 740 “giornate” di terra arabile e prati per un’estensione pari a un raccolto di 710 carri di fieno. Non abbiamo trovato grano, se si esclude quello che abbiamo distribuito ai prebendari: trenta carri. Hanno così ricevuto la loro prebenda fino al giorno di San Giovanni (24 giugno); essi sono in tutto 72. Malto, dodici moggia. Un cavallo, 26 buoi, 20 vacche, un toro, 61 giovenche, 5 vitelli, 87 pecore, 14 agnelli, 17 becchi, 58 capre, 12 capretti, 40 porci, 50 porcelli, 63 oche, 50 polli, 17 alveari. Lardo; venti porci affumicati con salsicce, 27 parti di strutto; un montone affumicato, 40 formaggi. Una mezza misura di miele; due misure di burro, cinque moggia di sale, tre misure di sapone. L’occorrente per preparare cinque letti, tre paioli di rame, sei di ferro, cinque catene da camino, una torciera. 17 botti cerchiate di ferro, 10 falci, 17 falcetti, 7 asce, 17 scuri, 10 pelli di becchi, 26 pelli di montone, una lenza da pesca. C’è un laboratorio per le donne, . Vi abbiamo trovato: cinque pezze di panno, sei strisce di lino e cinque pezze di tela. C’è un mulino che rende ogni anno dodici moggia. Dipendono da questa corte 23 mansi liberi con la casa. Sei di questi rendono ogni anno: 14 moggia di grano, 4 porcelli, una pezza di lino fatta nel laboratorio, due polli, 10 uova, un sestario di grani di lino, un sestario di lenticchie. Ogni anno, cinque settimane di lavoro, arare tre ‘‘giornate’’, tagliare un carro di fieno nel prato dominico e trasportarlo, fare il servizio di messaggero. Ce ne sono altri sei, di cui ciascuno ogni anno ara, semina e miete su due “giornate”, falcia tre carri di fieno nel prato signorile e li trasporta, si associa con un altro per consegnare un bue all’esercito e, in mancanza di questo, fa il servizio a cavallo dove gli è comandato […]. 19 mansi servili occupati, di cui ciascuno rende ogni anno un porcello, cinque polli, dieci uova: nutre quattro porci del padrone, ara un mezzo campo, lavora tre giorni alla settimana, fa il servizio di messaggero, consegna un cavallo da guerra. La moglie fa una pezza di tela e una di panno, prepara il malto e cuoce il pane. insieme ad altri edifici 1 2 3 dove lavorano in 24 4 , vol. l, Hahn, Hannover 1883 Monumenta Germaniae Historica, Capitularia regum Francorum Si tratta evidentemente di una altomedievale, con edifici disposti attorno a una corte nella quale si svolge parte della vita in comune. L’elenco puntuale delle produzioni, degli animali, delle proprietà e degli strumenti di lavoro (e del materiale con cui sono composti) ci mostra una abbazia molto attiva, con una gestione redditizia e una produzione differenziata. Si trattava infatti di una importante abbazia benedettina, nella quale era stato educato probabilmente anche il nipote di Carlo Magno. Se si osserva con attenzione l’elenco, si nota il peso e il ruolo che hanno alimenti come il lardo, lo strutto, il burro, il formaggio, la carne affumicata e, tra gli animali, le capre (il “becco” è il maschio della capra domestica) e il maiale, animali domestici che non necessitano di cure assidue. Interessanti sono però anche le assenze dall’elenco: non sono citati per esempio l’olio, la frutta, il vino (le 17 botti non sono necessariamente destinate alla conservazione del vino) ecc. Scarsa sembra la produzione di grano e quindi la preparazione del pane, anche se alla fine viene citato. insieme ad altri edifici curtis Queste annotazioni mostrano una presenza diffusa di manodopera maschile e femminile. L’abbazia è al centro di una fitta rete di mansi (ben 23 liberi e 19 servili) e deve fare affidamento su una vasta organizzazione di lavoratori. Possiamo immaginarci l’intensissima vita, l’attività che vi ferve durante il giorno. Anche l’organizzazione dei laboratori (spesso tessili, ma anche per la lavorazione degli attrezzi agricoli e degli utensili d’uso domestico) richiedeva competenze sempre più elaborate. dove lavorano in 24 erano gli ecclesiastici, che godevano dei benefici (o “prebende”, cioè “offerte”) legati alla gestione delle terre dell’abbazia. una misura di capacità che in epoca romana corrispondeva a circa 10 litri, ma che in seguito divenne molto più elevata. era un sostegno fisso o mobile, di materiale e forma vari, adoperato per sorreggere torce, ceri o altri mezzi di illuminazione. una misura di capacità che in epoca romana corrispondeva a circa mezzo litro. 1. prebendari: 2. moggia: 3. torciera: 4. sestario: PER FISSARE I CONCETTI Elenca i vegetali e gli animali citati nel testo e individua il tipo di alimentazione seguita. Sulla base degli attrezzi da lavoro enumerati, quali tipi di lavoro prevalenti si possono immaginare?