DELLA STORIA TESTIMONIANZE (Unità 12 • Capitolo 34) LA SOPRAVVIVENZA DEI COMMERCI   Nell’alto Medioevo i commerci di lunga distanza subirono una drastica contrazione e l’economia europea fu caratterizzata prevalentemente dall’autosufficienza delle ville curtensi. In alcuni ambiti commerciali, tuttavia, specifiche attività di scambio internazionale continuarono a sussistere anche in quest’epoca, per esempio per l’approvvigionamento di beni indispensabili non reperibili nella dimensione ristretta del sistema curtense. Il brano che segue riporta il testo di un diploma del re merovingio Dagoberto I, emanato nel 629, allo scopo di sostenere e incentivare l’attività mercantile in Gallia. Esso dimostra che continuava a esistere una rete di traffici che collegava il Nord della Francia con varie terre straniere, come l’Italia settentrionale e la Spagna. Nelle intenzioni del re franco la fiera di San Dionigi (Saint-Denis) a Parigi avrebbe dovuto costituire addirittura il fulcro di questa rete commerciale internazionale. Noi vogliamo e abbiamo istituito in onore del glorioso signore e patrono nostro S. Dionigi, un mercato che deve essere allestito ogni anno nel giorno del santo, il 9 ottobre, per i commercianti che abitano nel nostro regno e per quelli che vengono d’oltremare, sulla strada che conduce a Parigi, in una località chiamata . E sappiano dell’istituzione di questo mercato i nostri messi e tutte le città del regno, soprattutto i porti di Rouen e di Quentovic dove arrivano da oltremare i mercanti per comperare vino, miele e robbia; e per tre anni venga concessa l’esenzione dal teloneo. […] Comandiamo anche che questo mercato duri quattro settimane, perché i mercanti, che vengono dalla Lombardia, dalla Spagna e dalla Provenza e dalle altre regioni, . E vogliamo ed espressamente comandiamo che nessun mercante osi svolgere la sua attività nel distretto di Parigi tranne che in questo mercato che abbiamo istituito in onore di S. Dionigi. […] La fiera di S. Dionigi e i suoi agenti sempre godano del nostro favore e della nostra protezione. Pasello di S. Martino 1 2 3 possano arrivarvi , t. I, Pertz, Hannover 1872 Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Imperii Non sarà infrequente l’istituzione, da parte di re o di signori locali, di mercati e fiere, legandoli ai festeggiamenti dell’uno o dell’altro santo “patrono” del territorio. Entreranno così fortemente nella cultura popolare da giungere, in qualche misura, sino a noi: non vi è infatti comunità locale, per quanto piccola, e non solo in Italia, che in occasione della festa patronale non ricorra anche a una fiera stagionale o a un mercato speciale. Quasi sempre il sovrano accompagnava all’istituzione anche l’esenzione, parziale o definitiva, da determinate tasse: era un incentivo allo sviluppo dei commerci e un incentivo all’attività mercantile. Pasello di S. Martino Nell’alto Medioevo, malgrado le molte difficoltà e i pericoli, i commerci e gli scambi non cessarono mai del tutto. Nonostante un’indubitabile contrazione commerciale, le aree di provenienza dei mercanti qui segnalate dimostrano che il traffico era ad ampio raggio: si parla di Lombardia, Spagna (non ancora islamizzata), Provenza. È invece un indizio delle difficoltà economiche, finanziarie e di trasporto l’elenco assai ridotto delle merci in arrivo da Paesi lontani. possano arrivarvi era una cittadella fortificata sulle coste del canale della Manica, nel Nord della Gallia. è una radice con proprietà coloranti, utilizzata per la tintura dei tessuti. era un tipo di imposta che gravava sugli scambi commerciali. 1. Quentovic: 2. robbia: 3. teloneo: PER FISSARE I CONCETTI Perché le fiere o i mercati speciali vengono, a tuo giudizio, associati a festività religiose? In quale modo le fiere e i mercati potevano essere «protetti» dai re?