LA CARNE DI OVINI E CAPRINI Quali tagli di ovini e caprini si usano più spesso in cucina? Questi animali rivestono un’enorme importanza nell’alimentazione delle popolazioni che abitano zone dove la scarsità di pascoli e d’acqua non permettono l’allevamento bovino. Nel nostro Paese, ritroviamo queste carni soprattutto nei piatti della cucina regionale tradizionale: un tempo, infatti, l’allevamento di pecore e capre era molto più diffuso e tutti quegli animali che smettevano di essere utili per la riproduzione o la produzione di lana e latte venivano destinati alla tavola. Oggi, invece, al consumo di carni sono destinati quasi esclusivamente gli esemplari più giovani (agnelli e capretti), che danno una carne più morbida e con un sapore meno deciso: la carne delle bestie adulte, infatti, ha un sapore molto particolare e forte, che la maggior parte delle persone non gradisce. La classificazione degli ovini e dei caprini I caprini si distinguono in: Come accade anche nel caso dei bovini, a seconda del sesso e dell’età anche ovini e caprini hanno sapori e caratteristiche gastronomiche differenti. Sono contraddistinti, perciò, da nomi diversi. Gli ovini si classificano in: è un animale lattante, maschio o femmina, che di solito da vivo non supera i 10 kg di peso, agnello: è una femmina svezzata che non ha ancora partorito, o un maschio svezzato non destinato alla monta; agnellone: è un maschio adulto destinato all’ingrasso; castrato: è un maschio adulto allevato per la riproduzione; montone: è una femmina adulta destinata alla riproduzione e alla produzione di lana e latte. pecora: è un maschio adulto allevato per la riproduzione; becco: è una femmina adulta destinata alla riproduzione e alla produzione di latte; capra: è un animale lattante, maschio o femmina, che di solito da vivo non supera i 10 kg di peso. capretto: