L’impegno politico-patriottico 4 Manzoni consacra la propria vita agli studi e non partecipa mai in prima persona agli eventi politici della sua epoca. Ciò non significa, però, che sia distratto o indifferente rispetto alle grandi questioni che dividono la società dell’Ottocento: è anzi, con le armi della letteratura, . uno dei fondamentali ispiratori del Risorgimento Per tutta la vita, in effetti, Manzoni sostiene con decisione e coerenza l’ideale dell’Unità d’Italia, sin dai tempi in cui questo non era ancora diventato patrimonio largamente condiviso: il suo incitamento al riscatto nazionale è unito sempre alla riflessione etica, all’interno di una , che nella liberazione dei popoli coglie una superiore volontà divina. La prima occasione per esprimere i propri sentimenti patriottici gli è offerta dalla caduta di Napoleone, da cui scaturisce la canzone . Poco più tardi, nel 1815, l’appello di Gioacchino Murat agli italiani lo induce a scrivere , lasciato incompiuto al momento della vittoria degli austriaci. prospettiva cristiana Aprile 1814 Il proclama di Rimini L’ideale dell’Unità Di maggiore interesse è , un’ode anch’essa composta in un frangente drammatico, in occasione dei moti carbonari di lì a poco repressi con violenza. Manzoni immagina che l’esercito piemontese di Carlo Alberto abbia oltrepassato il Ticino, e auspica che mai più il fiume costituisca il confine con la Lombardia soggetta all’impero austriaco. Il testo è disseminato di apostrofi minacciose agli stranieri e di esortazioni agli abitanti dell’Italia: «O compagni sul letto di morte / o fratelli su libero suol». L’idea di patria si compendia in una formula divenuta celeberrima: «una d’arme, di lingua, d’altare, / di memorie, di sangue e di cor». L’autore individua cioè l’unità ideale della nazione nella comunanza degli , della parlata, della professata, delle storiche, dell’ e dei profondi di un popolo. Marzo 1821 eserciti lingua religione memorie etnia sentimenti «Una d’arme, di lingua, d’altare…» Il secolare asservimento dei «volghi spregiati» (ossia dei popoli di cui si disprezzano le volontà) è tematizzato nell’ . L’azione ha luogo nell’Alto Medioevo, al tempo delle lotte per il predominio nella penisola fra i longobardi e i franchi, alle quali le popolazioni locali assistevano impotenti e timorose. Nel coro che conclude il terzo atto della tragedia si intravede il convincimento che nessun valido aiuto potrà provenire dall’esterno: il dovrà , agendo con determinazione e ripudiando una volta per tutte le lotte fratricide, su cui insiste l’altra tragedia manzoniana, Adelchi popolo italiano darsi la libertà confidando esclusivamente sulle proprie forze Il conte di Carmagnola. I «volghi spregiati» , bassorilievo. Pavia, Pinacoteca. Soldati longobardi