Glossario A Accumulazione L elencazione ordinata e coerente, o anche caotica e casuale, di più parole, immagini o aggettivi con lo scopo di trasmettere un idea o un immagine complessiva. Accusativo alla greca Costrutto proprio della lingua greca, si ritrova in altre lingue come il latino o l italiano a esprimere il complemento di limitazione. Chiamato anche a. di relazione, corrisponde alle espressioni italiane quanto a , relativamente a , per quanto riguarda e simili. Impiegata principalmente con riferimento alle parti del corpo, è una costruzione tipica della lingua letteraria. Esempio: «Sparse le trecce morbide / sull affannoso petto, lenta le palme, e rorida / di morte il bianco aspetto (A. Manzoni, Adelchi, coro dell atto IV). Adynaton Figura retorica che consiste nell affermare l impossibilità che una cosa avvenga, subordinandone l avverarsi a un altro fatto ritenuto impossibile. Esempio: «Quando avrò queto il core, asciutti gli occhi, / vedrem ghiacciare il foco, arder la neve (F. Petrarca, Canzoniere, 30, 9-10). Allegoria Figura retorica, per la quale si affida a una scrittura (o in genere a un contesto, anche orale) un senso riposto e allusivo, diverso da quello che è il contenuto logico delle parole. Diversamente dalla metafora , la quale consiste in una parola, o tutt al più in una frase, trasferita dal concetto a cui solitamente e propriamente si applica ad altro che abbia qualche somiglianza col primo, l a. è il racconto di un azione che dev essere interpretata diversamente dal suo significato apparente. Esempio: l a. delle tre fiere nella Divina Commedia. Allitterazione Ripetizione, esatta o approssimativa, spontanea o ricercata, di lettere o sillabe, di solito iniziali, di due o più vocaboli successivi. Esempi: «cavalli accorrenti / scalpitanti su gli elmi a moribondi, / e pianto, ed inni, e delle Parche il canto (U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 210-212); «sbattuta, sfiorita e, direi quasi, scomposta (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. 9). Allocutore colui a cui è destinata la comunicazione. Esempi: U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Parte seconda, Lettera da Ventimiglia; «Come parli, frate? (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. 6). Anacoluto Costrutto sintattico consistente nel susseguirsi di due costruzioni diverse di uno stesso periodo, la prima delle quali resta incompiuta, mentre la seconda porta a compimento il pensiero. Più genericamente, qualsiasi costrutto in cui non viene osservata la sintassi normale. Frequente nel parlare familiare e nei proverbi, è spesso utilizzato dagli scrittori, o per maggiore efficacia o per riprodurre il linguaggio del popolo. Esempi: «D una canzoncina semplice , «due versi di questa canzoncina dicevano (N. Tommaseo, La giovinezza di Maria, Fede e bellezza, Libro I); «il coraggio, uno non se lo può dare (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. 26). 526 Anadiplosi Figura retorica che consiste nella ripetizione dell ultima parte di un segmento sintattico (prosa) o metrico (verso) nella prima parte del segmento successivo; risponde a una semantica di tipo aggiuntivo e la seconda occorrenza è un espansione della prima. Esempio: «Invano cerchi tra la polvere, / povera mano, la città è morta. / morta: s è udito l ultimo rombo / sul cuore del Naviglio (S. Quasimodo, Milano, agosto 1943). Anafora Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente. Esempio: «Ivi posò Erittonio [ ] ivi l Iliache donne [ ] Ivi Cassandra (U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 254, 255, 258). Analogia Procedimento di cui si valgono tendenze poetiche moderne, come l ermetismo e la poesia pura che, per esigenza di una maggiore intensità lirica, cercano di rinnovare il linguaggio poetico fuori d ogni comune nesso logico e sintattico, sostituendo al rapporto tradizionale della comparazione il rapporto di identità. Effetto primo del procedimento analogico è la soppressione del come . Esempi affini si riscontrano in ogni epoca, soprattutto nella letteratura secentesca, in rapporto con l uso e il gusto barocco della metafora . Anastrofe Figura retorica che consiste nell inversione dell ordine delle parole all interno di un verso, allo scopo di ottenere particolari effetti di suono oppure dare rilevanza a un termine. Anticlimax Figura retorica, detta anche gradazione discendente, che consiste nel disporre una serie di concetti o di vocaboli in ordine a mano a mano decrescente di forza e d intensità, per lo più in opposizione stilistica a una gradazione ascendente (o climax ). Antifrasi Figura retorica che consiste nell esprimersi con termini di significato opposto a ciò che si pensa, o per ironia o per eufemismo. Antitesi Figura retorica consistente in un accostamento di parole o concetti contrapposti che acquistano maggior rilievo dalla vicinanza e dalla disposizione per lo più simmetrica. Si può ottenere sia affermando una cosa e negando insieme la sua contraria, sia mettendo a contrasto due fatti opposti e ambedue reali. Esempi: «cure-qu ete , «viver-porto (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, vv. 10-11); «deserta gleba (v. 47) e «le macerie e i bronchi (v. 48) sostituiscono i corrispettivi «ombre (v. 40), «arbore (v. 39), «fiori (v. 39) (U. Foscolo, Dei Sepolcri; «due volte nella polvere, / due volte sull altar (A. Manzoni, Il cinque maggio, vv. 47-48). Antonomasia Figura retorica consistente nel sostituire il nome di una persona o di una cosa con un appellativo o una perifrasi che lo identifichi inequivocabilmente. Esempio: il giullare di Dio per indicare san Francesco. Apocope Caduta di una vocale finale e in generale di uno o più fonemi al termine di una parola (dir per dire, son per sono, gran per grande).