saperi fondamentali La filiera, le etichette e gli imballaggi  Asset ID: 126 ( )  sca-audlet-la-filiera-le-etichett140.mp3 Audiolettura La filiera L’insieme delle tappe che compongono il percorso di un alimento dalla produzione fino al consumo è detto filiera alimentare. Una filiera alimentare può coinvolgere molte aziende che, come anelli di un processo produttivo, svolgono ciascuna un compito specifico: , , , , sono i compiti principali. produzione estrazione trasformazione allestimento distribuzione e vendita Dalla lunghezza di una filiera dipende anche il prezzo di un prodotto alimentare. Per abbattere i costi o ricercare prodotti di qualità, oggi molti consumatori “accorciano la filiera” rivolgendosi direttamente ai produttori, aderendo a , scegliendo o rifornendosi presso moderni . gruppi di acquisto acquisti online distributori automatici Tracciabilità e rintracciabilità Le aziende sono tenute per legge a registrare alcune informazioni minime circa l’origine dei prodotti che acquistano e il destino di quelli che vendono. Si definisce la capacità di mantenere traccia di tutte le fasi di preparazione e commercializzazione di un alimento a partire dalle materie prime che lo compongono, seguendolo in ogni singola passaggio della produzione. tracciabilità La tracciabilità di un prodotto ne favorisce la , che è invece la capacità di “seguire la traccia” ricostruendo a ritroso tutte le tappe della sua storia. RINTRACCIABILITÀ Le diciture delle etichette Le confezioni alimentari devono riportare sulle alcune informazioni che aiutino il consumatore a identificare il prodotto in modo chiaro. Le diciture attualmente obbligatorie sui prodotti preconfezionati sono: etichette (una descrizione del contenuto della confezione, da non confondere con il nome commerciale del prodotto); la denominazione di vendita o la sua denominazione sociale, che identificano in modo univoco l’azienda produttrice; il marchio aziendale di una sede con responsabilità legale per quanto attiene le informazioni riportate in etichetta; l’indirizzo in ordine di peso decrescente, in cui devono figurare anche aromi, additivi e allergeni; l’elenco degli ingredienti , intesa sia come peso netto (o volume per i liquidi), sia come numero di unità confezionate; la quantità , distinta in data di scadenza per gli alimenti deperibili freschi e in termine minimo di conservazione per gli alimenti a scadenza più lunga; la scadenza o partita: un codice alfanumerico stampato a fine confezionamento, utile ai fini della tracciabilità; il numero di lotto nel caso di prodotti tradizionali o nel caso in cui l’omissione della provenienza potrebbe generare fraintendimenti per l’acquirente; l’origine geografica quando l’alimento non si mantiene a temperatura ambiente; la modalità di conservazione quando l’alimento non è pronto per il consumo diretto; le istruzioni per l’uso per le bevande alcoliche; il titolo alcolometrico con il contenuto energetico dell’alimento. le informazioni nutrizionali Quando i prodotti vengono , molte delle indicazioni non sono indispensabili: sarà il personale addetto alla vendita a garantire la sicurezza dei prodotti e a rispondere alle domande del consumatore. venduti sfusi Un discorso a parte meritano i o i più recenti QR Code, non obbligatori, ma estremamente diffusi perché utili sia ai punti vendita per snellire il flusso dei clienti alle casse, sia alle aziende per la gestione inventariale delle merci e ai fini della loro tracciabilità. codici a barre  >> pagina 359  I marchi di origine I marchi di origine sono riconoscimenti di qualità conferiti a prodotti alimentari meritevoli di essere valorizzati e tutelati da frodi e imitazioni. Tali prodotti devono essere riconosciuti come tradizionali in zone geografiche ben definite. Gli organismi di controllo provvedono a stilarne il disciplinare e a farlo rispettare. L’Unione Europea riconosce solo tre marchi: (Denominazione di Origine Protetta): prevede che tutte le fasi che vanno dall’estrazione delle materie prime all’allestimento del prodotto per la vendita siano fortemente vincolate alle caratteristiche del territorio; DOP (Indicazione Geografica Protetta): i prodotti devono essere tradizionalmente associati a una certa area geografica almeno per una loro caratteristica o fase di produzione; IGP (Specialità Tradizionale Garantita): i prodotti devono essere preparati secondo un processo tradizionale riportato su un disciplinare, indipendentemente da materie prime e luogo di produzione. STG Un altro marchio di qualità è l’“eurofoglia”, che attesta il ricorso a metodi di allevamento e coltivazione , cioè che danno maggiori garanzie per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e dei ritmi della natura. biologici Imballaggi, pittogrammi e materiali Gli devono essere , e . La recuperabilità è intesa come possibilità di riciclare, biodegradare o bruciare la confezione in modo da limitarne l’impatto ambientale. Sugli imballaggi compaiono numerosi , cioè simboli, che forniscono informazioni circa la natura dell’imballaggio e la sua recuperabilità. I di cui sono composti gli imballaggi sono principalmente (carta e cartone), , e . Ciascuno di essi presenta pregi e difetti che lo rendono più o meno adatto a contenere le varie tipologie di alimenti e a essere riciclato e riutilizzato. imballaggi funzionali privi di sostanze tossiche recuperabili pittogrammi materiali a base di cellulosa in vetro in metallo in plastica