della carne Le caratteristiche   [ Che cosa contraddistingue la carne in cucina? ] Nelle culture del passato, il “piatto forte” erano i cereali, che hanno una resa energetica maggiore della carne, e i legumi, che fornivano gran parte delle proteine necessarie. Il consumo di carne era riservato ai ricchi, che ne abusavano fino ad ammalarsi di gotta solo per mostrare a tutti la loro opulenza, mentre per i ceti inferiori la carne era un lusso da consumare in occasione di eventi e ricorrenze speciali. Oggi, l’industrializzazione dell’allevamento ha ridotto molto i costi di produzione della carne, spesso a svantaggio della qualità, e nei Paesi più ricchi il suo consumo non è mai stato così alto, diventando eccessivo e dannoso dal punto di vista della salute, dell’economia, dell’ambiente e dell’etica. Nell’alimentazione moderna dei Paesi industrializzati ormai la carne è diventata uno degli elementi essenziali. Come è fatta la carne Con il termine “carne”, in cucina, si intendono tutte le parti commestibili di un animale che vive sulla terraferma. La stragrande maggioranza della carne che arriva sulle nostre tavole proviene da animali allevati e macellati per questo scopo. Dal punto di vista nutrizionale, nella nostra alimentazione la carne è un’importante fonte di proteine, le sostanze che rappresentano “i mattoni” necessari per costruire il nostro corpo. In particolare, le proteine di origine animale sono definite o perché contengono buone quantità di , cioè di sostanze indispensabili alla salute, che il corpo non riesce a produrre in modo autonomo ma deve per forza acquisire col cibo. proteine nobili ad alto valore biologico amminoacidi essenziali La composizione della carne La carne è composta da diversi tessuti che, in genere, sono classificati in: , che è prevalente rispetto agli altri tessuti e forma i muscoli dell’animale; è un parametro per valutare la qualità di una bestia da macello: più la muscolatura è sviluppata, migliore dovrebbe essere la resa; tessuto muscolare , che costituisce tutte le parti “grasse” della carne; può essere di 3 tipi: – , il più importante dal punto di vista gastronomico; a seconda della sua quantità e disposizione all’interno delle fibre muscolari si definisce , o . Una buona distribuzione del grasso nel tessuto muscolare rende migliore la qualità della carne: durante la cottura, infatti, tende a sciogliersi, rendendo la carne più tenera e saporita; – , si trova sotto la pelle e ricopre i muscoli dell’animale; è un parametro di giudizio sulla qualità di una bestia da macello: dev’essere ben distribuito e nella giusta quantità. Dal punto di vista gastronomico è piuttosto apprezzato: pensiamo ad esempio al lardo del suino; – , quello che si trova all’interno dell’addome dell’animale, che circonda e sostiene le viscere (come ad esempio la sugna). È di gran lunga il meno importante e utilizzato fra i tessuti adiposi; tessuto adiposo grasso intramuscolare venato marezzato prezzemolato grasso sottocutaneo grasso viscerale , che è quello che lega un muscolo all’altro; è costituito principalmente da , di colore biancastro-trasparente, che si scioglie in acqua, ed , di colore giallastro, che non si scioglie in acqua. tessuto connettivo collagene elastina Esempio di tessuto adiposo sottocutaneo: il lardo. Esempio di grasso viscerale: lo strutto.  >> pagina 286  La qualità della carne In passato si tendeva a valutare la qualità dei “tagli” di carne in base alle percentuali dei tessuti che la componevano: i tagli costituiti quasi esclusivamente da tessuto muscolare erano considerati di prima qualità, mentre più aumenta la presenza degli altri tessuti, più erano considerati di bassa qualità. Sarebbe opportuno, invece, classificare le varie parti di un animale in base al loro diverso uso in cucina, senza dare giudizi di qualità: i tagli più ricchi di tessuto muscolare sono più adatti per essere consumati crudi o essere sottoposti a cotture brevi (per esempio cotti al salto, vedi p. 93), quelli più grassi sono perfetti per cotture arrosto e alla griglia; mentre i pezzi più ricchi di tessuto connettivo sono ideali per le cotture prolungate in presenza di liquidi, come brasati, stufati, bolliti ecc. (pp. 91 e 94).   Ogni parte dell’animale può diventare un piatto eccezionale se preparata e cotta nel modo adatto. la carne e la legge Una parte delle norme in materia di sanità riguarda la carne (Regolamenti CE 1760/2000 e 1825/2000 e il decreto ministeriale 30/08/2000), ed è studiata per garantire al consumatore un prodotto sano e igienicamente sicuro. Le frodi alimentari più comuni in questo ambito sono: la vendita di carni di animali abbattuti perché malati; la vendita di carni di animali alimentati con sostanze dannose per l’organismo umano. Per questo motivo diventa fondamentale la   di questo prodotto: ogni animale o parte di esso deve essere dotato di un insieme di registrazioni e documenti che permettano ai controlli di ricostruire, in qualunque momento, tutte le fasi di lavorazione, dalla nascita dell’animale fino alla vendita al dettaglio. In particolare, ogni animale destinato a essere macellato per l’alimentazione umana deve avere: tracciabilità un   che, attraverso un codice, permette di riconoscere sia l’azienda in cui è nato sia la sua identità specifica; marchio un   su cui vengono annotate tutte le fasi della sua vita, dalla nascita alla vendita per il consumo alimentare. passaporto Inoltre, gli allevamenti devono fare una serie di registrazioni su carta e/o digitali relative alle condizioni veterinarie e di salute degli animali, che devono poter essere verificate in qualsiasi momento dalle autorità sanitarie. Un’altra garanzia fondamentale per il consumatore è l’  che sulle confezioni di carne in vendita deve riportare sempre il nome del Paese in cui l’animale è nato, è stato allevato ed è stato macellato, il suo numero di identificazione e quello dell’impianto di sezionamento. etichetta