DALLA “POESIA PURA” ALL’ERMETISMO

La poesia pura

Nei primi decenni del Novecento la poesia vive in Italia una stagione luminosa, grazie soprattutto a due grandi poeti che diventando modelli per la generazione successiva: Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale, autori di quella che viene definita “poesia pura”, una scrittura poetica che parte dalla lezione del Simbolismo (nel caso di Ungaretti anche dal Futurismo), per sviluppare uno stile basato sulla purezza della parola, liberata dalla presenza ingombrante degli aggettivi e a volte anche dalla punteggiatura (nel caso di Ungaretti).

Fotografia in bianco e nero che ritrae tre uomini, Montale, Ungaretti e Quasimodo, in abiti formali. A sinistra Montale tiene una sigaretta con espressione seria; al centro Ungaretti sorride ampiamente; a destra Quasimodo parla sorridente. Sullo sfondo si intravede una pianta e un quadro appeso al muro.
Da sinistra, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo in una fotografia del 1968

Questa poesia, inoltre, cerca di essere il più possibile indipendente da condizionamenti esterni (di tipo ideologico o politico). I due poeti sono accomunati infatti dalla volontà di superare la retorica di stampo dannunziano e di raggiungere una comunicazione immediata con i lettori. Da ciò la ricerca di uno stile nuovo – contrassegnato da componimenti brevi, costruiti su versi a loro volta brevi o brevissimi.


La poesia pura è caratterizzata da:

  • purezza della parola;
  • superamento della retorica;
  • comunicazione immediata con i lettori;
  • poesie brevi.

L’Ermetismo

Con la pubblicazione delle raccolte Acque e terre (1930) e Oboe sommerso (1932) emerge una terza figura emblematica, quella di Salvatore Quasimodo (1901-1968), di poco più giovane di Ungaretti e Montale (e premio Nobel nel 1959). Quasimodo è considerato il caposcuola dell’Ermetismo, un movimento poetico nato negli anni Trenta a Firenze, intorno alle riviste “Il Frontespizio” e “Campo di Marte”.

Per gli ermetici la poesia è una “palestra formativa” per l’uomo, un punto di riferimento filosofico e spirituale, e al poeta è affidata la responsabilità di ricercare la verità attraverso il simbolo.
I tratti stilistici che li accomunano sono l’essenzialità e l’estrema complessità formale: infatti dietro ad una apparente semplicità c’è una grande cura di tutti gli aspetti della poesia (dal tipo di verso al metro).


L’Ermetismo è caratterizzato da:

  • poetica dell’oscurità;
  • complessità formale;
  • uso del verso libero;
  • essenzialità del testo;
  • parole e immagini allusive;
  • ampio uso dell’analogia;
  • riduzione dei nessi logici.