ggere gere di ge Testa o croce, Tom Stoppard Rosencrantz e Guildenstern sono due amici di Amleto, personaggio dell omonima tragedia di William Shakespeare (1564-1616). I due li ritroviamo in una commedia del 1966 scritta da Tom Stoppard (1937) dediti a giocare a testa o croce e, attraverso il loro dialogo, l'autore riflette sul desiderio dell uomo di dare significato a ogni minimo avvenimento. Il loro a testa o croce ha una caratteristica inconsueta; almeno così appare sulla base della teoria delle probabilità. LEGGI IL BRANO A Tom Stoppard tto primo Due personaggi elisabettiani ingannano il tempo in un luogo privo di caratteristiche particolari. Sono ben vestiti. Ciascuno di loro ha un borsello di cuoio. Il borsello di Guildenstern è quasi vuoto. Il borsello di Rosencrantz è quasi pieno. Il motivo è questo: stanno giocando a testa o croce nel modo seguente: Guildenstern tira fuori una moneta dal suo borsello e la lancia. Rosencrantz la prende, la esamina, dice «testa (così in effetti risulta) e la mette nel proprio borsello. Quindi ripetono il gioco. Apparentemente, lo ripetono da molto tempo. L ininterrotta sequenza di «testa è inverosimile, tuttavia Rosencrantz non tradisce alcuna sorpresa: non ne prova affatto. Comunque, è abbastanza cortese da sentirsi lievemente imbarazzato nel prendere tanto denaro all amico. la sua peculiarità. Guildenstern è ben consapevole della stranezza della situazione. Non è preoccupato per i soldi, ma per le implicazioni; consapevole ma determinato a non lasciarsi prendere dal panico: ecco la sua peculiarità. Guildenstern lancia una moneta. Rosencrantz la esamina. R.: Testa. (La mette nel proprio borsello. L azione viene ripetuta). Testa. (Di nuovo) Testa. (Di nuovo) Testa. G.: (lanciando una moneta) Ci vuole arte per creare suspense. R.: Testa. G.: (lanciandone un altra) Ma talvolta basta la fortuna. R.: Testa. G.: Se è questa la parola che inseguo. R.: (alza la testa verso Guildenstern) Settantasei a zero (Guildenstern si alza ma non sa dove andare. Lancia un altra moneta alle sue spalle senza guardare, mentre la sua attenzione è attratta dall ambiente circostante o dall assenza di esso) Testa. G.: Un uomo più debole potrebbe essere portato a riesaminare la sua 406 fede, se non altro quella nella legge del calcolo delle probabilità. (Lancia una moneta alle sue spalle mentre va a dare un occhiata in fondo alla scena) R.: Testa. G.: va ad ispezionare i tre lati della scena, e intanto lancia due monete, una dietro l altra. R.: annuncia «testa per ciascuna di esse. G.: (meditabondo) La legge del calcolo delle probabilità, è stato assurdamente asserito, è qualcosa che ha a che fare con il fatto che se sei scimmie ( è compiaciuto di se stesso) se sei scimmie fossero R.: Ci staresti? G.: Con loro? R.: Con me! G.: (ha capito) Ci sto. (Lancia una
Leggere di matematica - Tom Stoppard, Testa o croce