EDUCAZIONE CIVICA LO SFRUTTAMENTO MINORILE Il 12 giugno è la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, istituita dalla FAO per sensibilizzare sul diffuso fenomeno dello sfruttamento dei minori, impiegati in particolare nel settore tessile e in quello agroalimentare del caffè, del cacao e dell olio di palma. La questione riguarda molti Paesi in Africa, Asia e America Latina e rappresenta uno degli aspetti fondamentali del divario con i Paesi sviluppati. Secondo le stime dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, l Agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e della politica sociale, nel mondo ci sono 215 milioni di bambini che lavorano; tra questi 152 milioni hanno meno di quindici anni e 115 milioni svolgono lavori pericolosi, con strumenti affilati, prodotti chimici agricoli e carichi pesanti. Circa 120 milioni lavorano a tempo pieno per aiutare le famiglie in difficoltà, ma il fenomeno non riguarda solo Paesi poveri, ma tutto il pianeta. Il settore del cacao Tra il 2009 e il 2014, il numero di bambini coinvolti in lavori ad alto rischio nel settore del cacao è passato da 800 mila a 1,62 milioni. LA FILIERA DEL CACAO Attori e fasi del processo produttivo Le vendite annuali di cioccolato in tutto il mondo superano i 100 000 milioni di dollari statunitensi, spinte da una domanda progressiva che registra un incremento medio annuale pari al 3%. INDUSTRIA DOLCIARIA PICCOLI PRODUTTORI INTERMEDIARI TRASFORMATORI Si calcola che più del 90% della produzione mondiale di cacao provenga da piccole piantagioni a conduzione familiare che danno lavoro a 5-6 milioni di persone. ALTRI USI INDUSTRIALI INDUSTRIA ALIMENTARE L equo e solidale Nel campo agroalimentare una possibile via per smantellare il sistema di sfruttamento del lavoro minorile è scegliere, ogni qual volta sia possibile, i prodotti provenienti dal commercio equo e solidale. Si tratta di una forma di commercio che garantisce al produttore un prezzo giusto, assicurando anche la tutela dei lavoratori e del territorio. Diverse organizzazioni internazionali si occupano di certificare i prodotti del commercio equo e solidale. Per esempio Fairtrade International è l organizzazione non profit responsabile del marchio di certificazione del commercio equosolidale FAIRTRADE®. Le organizzazioni come questa garantiscono che i prodotti siano stati lavorati senza sfruttamento e discriminazioni sulla base di sesso, età, appartenenza religiosa, preferenza politica, e che siano acquistati assicurando ai produttori dei Paesi in via di sviluppo il pagamento di un prezzo minimo equo e stabile. Tra gli obiettivi del commercio equo e solidale c è quello di consentire l ingresso nel mercato dei piccoli produttori in modo che questi possano essere economicamente autosufficienti, e di garantire la centralità dei lavoratori nel mercato e regole eque nel commercio internazionale. 256 UDA 5 Bevande analcoliche e alcoliche Educazione civica DISTRIBUZIONE ALL INGROSSO E AL DETTAGLIO CONSUMATORI Indirettamente lavorano nella filiera circa 50 milioni di persone nel mondo. Le aziende coinvolte nella filiera delI equo e solidale sono tenute a rispettare dei vincoli: non devono impiegare il lavoro minorile; devono utilizzare materie prime rinnovabili, con una produzione che rispetti l ambiente, privilegiando l agricoltura biologica e i processi a basso impatto ambientale, dalla coltivazione alla distribuzione; devono sostenere la cooperazione tra produttori e favorire la collaborazione durevole tra importatori e produttori basata su regole eque e di rispetto reciproco; devono fornire ai produttori più svantaggiati un prefinanziamento che consenta loro di sostenere i costi di produzione, senza essere costretti a indebitarsi; devono sostenere la creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti, che favorisca l importazione diretta per remunerare al meglio produttori e artigiani. Le aziende che aderiscono sono tenute inoltre a pagare un prezzo equo (minimum price) ai produttori locali tale da consentire a loro e alle loro famiglie di soddisfare i bisogni essenziali e di raggiungere un livello di vita dignitoso, e a pagare un premio (Fairtrade premium) che sia speso in progetti di sviluppo sociale e di formazione nei luoghi in cui operano.