i matem L eggere di matematica m aggiunta di un mese extra risolveva il problema delle stagioni. Ma questo calendario era troppo complicato per essere recepito dalla gente comune. Quanto alla Grecia, paese geograficamente percorso da montagne, ogni città-stato aveva il proprio calendario dove i mesi extra venivano aggiunti con le più varie motivazioni, per esempio per festeggiare qualche particolare evento o divinità locale, se non per puro calcolo politico. Ne risultava la sconfitta di quello che dovrebbe essere l obiettivo fondamentale del calendario: unire tutto un popolo in uno schema comune di misura. Ma gli antichi Egizi non erano caduti nella tentazione di usare il ciclo lunare ed erano stati i primi a misurare la durata dell anno solare, definendolo in termini operativi. Il primo calendario egiziano potrebbe venir battezzato Nilometro, cioè una scala verticale dove si segnava il livello massimo raggiunto dall acqua del fiume. La constatazione dei giorni in cui tale massimo veniva toccato portava alla conclusione che i cicli lunari non erano sintonizzati con l anno solare. Prima di molti altri gli Egizi avevano appurato che un anno di dodici mesi di trenta giorni ciascuno, più cinque giorni extra aggiunti all inizio dell anno stesso, si adattava piuttosto bene al ciclo delle stagioni. Avevano anche notato che una volta all anno la stella più brillante nel cielo, ovvero Sirio (il Cane da Caccia), saliva dall orizzonte in linea diretta con il Sole nascente. Questo evento, che capitava nel mezzo della stagione di piena del Nilo, divenne così il primo giorno del calendario egiziano. Peraltro, i primi cinque giorni dell anno erano considerati festivi, e in essi si celebrava la nascita di Osiride, di suo figlio Horus, del suo nemico Set, della sorella Iside, nonché della moglie di Set, Nephthis. Tuttavia, l anno solare non consta esattamente di 365 giorni, e con il passare dei secoli i diversi mesi dell anno finivano col corrispondere a stagioni differenti. Ciò non aveva certo grande importanza pratica perché ci voleva un intera vita per rendersi conto di tale differenza. E pur con questo difetto il calendario egiziano restava superiore a tutti gli altri, al punto che Giulio Cesare (100 ca.-44 a.C.) se ne servì come schema di base per la riforma del calendario romano. Come racconta uno storico (F. Maiello, La storia del calendario, Einaudi, Torino, 1994). nel calendario del 46 a.C., calcolato dall astronomo egiziano Sosigene, da cui il nostro si discosta solo per alcuni dettagli, l anno è formato da 365 giorni, più uno supplementare ogni quattro, e suddiviso in 12 parti di durata compresa tra 28 e 31 giorni. La novità rivoluzionaria fu l introduzione del mese, un unità di conto astratta, indipendente dall astronomia, dalla religione e dall economia grazie alla quale il sistema di orientamento nel tempo divenne, caso unico nella storia, uno strumento per muoversi in un universo quantificato. Il ciclo annuale è infatti imposto dalla rivoluzione della Terra, il mese lunare è legato ai moti del satellite, la settimana di cinque, sette, otto o dieci giorni è ancorata nelle diverse culture al ritmo della liturgia o del mercato., il giorno è identificato dal sorgere e tramontare del Sole, la divisione dell anno in dodici mesi è invece solo una misura. Qualcuno avrebbe potuto sospettare addirittura che si instaurasse un qualche sottile nesso tra il carattere convenzionale di questa unità di misura (il mese) e il potere che ha la forza di imporla, fino a farla diventare parte di una tradizione. Non è un caso che, quando il 1° gennaio 45 a.C. entra in vigore il calendario che sarà poi detto giuliano (e che rimarrà fino al Rinascimento), Cesare si sia fatto conferire la dittatura decennale. [C.M. Martini, Figli di Crono. Undicesima cattedra dei non credenti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2001] 151
Leggere di matematica - Il calendario, Carlo Maria Martini