ggere gere di ge Un colosso a Rodi A gambe larghe, per permettere il passaggio delle navi, il Colosso di Rodi controllava l ingresso al porto. La sua luce funzionava da faro e dava ai naviganti l indicazione dell approdo. Così almeno raffigurano il mitico Colosso alcune incisioni del XV e XVI secolo e così lo immaginò William Shakespeare (1564-1616) che, nella tragedia Giulio Cesare, fa dire a Cassio, a proposito di Cesare: M a, amico, egli sovrasta lo stretto mondo Come un colosso; e noi omuncoli Passeggiamo sotto le sue enormi gambe, scrutiamo attorno. [F. von Erlach, Il colosso di Rodi, in P.A. Clayton, M.J. Price, Le sette meraviglie del mondo, Einaudi, Torino, 1988] C è qualcosa di fantastico in questa immagine: di certo la tecnologia dell epoca non consentiva di erigere una statua in bronzo con queste caratteristiche. Resta il fatto che il Colosso, costruito all ingresso del porto dell isola di Rodi verso il 290 a.C., rappresentava il dio Elio, protettore della città e che la sua costruzione fu dovuta alla vittoriosa resistenza che la città aveva fatto a Demetrio l assediatore, figlio di Antigono, re di Macedonia. Del Colosso abbiamo poche notizie e molte leggende: sappiamo tuttavia che crollò presto, verso il 229 a.C. a seguito di un terremoto. Alcuni accenni al suo aspetto esteriore li troviamo nella Storia naturale di Plinio, enciclopedia delle conoscenze scientifiche dell antichità, scritta nel primo secolo dopo Cristo, due secoli e mezzo dopo la sua caduta. Il Colosso era comunque una delle «Sette meraviglie del mondo : tra quelle di cui sono rimaste minori tracce. Le altre sei meraviglie che stupivano gli antichi sono: la grande Piramide (o Piramide di Cheope) a Giza, i Giardini pensili di Babilonia, la statua di Zeus a Olimpia, il Tempio di Artemide a Efeso, il Mausoleo di Alicarnasso, il Faro di Alessandria. [Faro di Alessandria, mosaico del XIII sec., San Marco, Cappella di San Zeno, Venezia] 358 8