1. il menù
Il primo menù come lo intendiamo oggi fece la sua comparsa intorno alla metà dell’Ottocento, nella cucina classica francese. La successione nel menù moderno è: antipasti; minestre; primi piatti asciutti; piatti di mezzo come uova e pesce; carni; insalate; formaggi; dessert.
Il termine “menù” può indicare il programma del pasto, la lista dei piatti o l’oggetto fisico in cui sono elencati. Può essere suddiviso in ulteriori sottoliste, chiamate a loro volta menù. È un mezzo di comunicazione che informa il cliente, ma è anche uno strumento di vendita. Inoltre, rappresenta un documento con cui il cliente stipula il contratto di acquisto tramite l’ordinazione. Per questo motivo tra le condizioni più importanti nella stesura del menù c’è la veridicità. Il menù è infine uno strumento di pianificazione del lavoro, perché permette all’azienda di programmare gli acquisti e il personale, e un mezzo pubblicitario.
Un menù ben progettato permette di avere successo nella vendita. Deve essere adeguato al tipo di locale e di clientela e deve stimolarla nella scelta. In ogni caso il menù deve essere chiaro e leggibile, deve elencare solo i piatti disponibili e deve cambiare periodicamente, per non stancare i clienti abituali.