UDA 10 – Basi di enologia e servizio del vino

1. Dalla vite alla bottiglia

Per enologia si intende lo studio del vino, che deriva dalla pianta della vite. Comprende lo studio delle caratteristiche della coltivazione della vite (viticoltura) e lo studio delle tecniche di lavorazione usate per produrre il vino (vinificazione).

La viticoltura

La vite è una pianta rampicante che si attacca ai sostegni con le foglie (viticci) dei suoi rami (tralci). I frutti sono prodotti a grappoli. Sono composti da chicchi (àcini) uniti da piccoli fusti, detti raspi.

La vite produce frutti dal 4° anno ed è particolarmente produttiva fino al 25° anno. In seguito la produzione si riduce.

Le trasformazioni della vite dipendono dalle stagioni e dal clima. In particolare, per quanto riguarda la crescita della pianta (sottociclo vegetativo), l’attività radicale e il germogliamento riprendono all’inizio della primavera; i nuovi tralci si sviluppano invece in estate. In autunno le foglie cadono e in inverno la pianta è a riposo. Per quanto riguarda invece la sua riproduzione (sottociclo riproduttivo), i fiori si sviluppano ad aprile-maggio, mentre a metà giugno nascono i frutti. Questi prendono colore alla fine dell’estate e maturano a settembre-ottobre, per poi essere raccolti.

La vite può essere colpita da malattie parassitarie dovute a virus, funghi e animali, ma può anche essere danneggiata da problemi ambientali come gelate, grandinate o siccità.

Fattori che condizionano la produzione

Sono molti i fattori che condizionano la coltivazione della vite.

  • Il vitigno: pochi grappoli piccoli e compatti equivalgono a una maggiore concentrazione delle sostanze da estrarre, per cui un vitigno con una produzione più bassa è da preferire. I vitigni possono essere internazionali, se sono diffusi ovunque, o autoctoni, ossia tipici di una zona.
  • Il terreno: differisce per caratteristiche fisico-chimiche, esposizione e microclima. Per esempio, se il suolo della zona è argilloso, il vino risulterà acido e longevo. La collina costituisce la migliore scelta per coltivare la vite perché garantisce una buona esposizione al sole. Infine, il microclima ha un grande impatto: se per esempio il vino si trova vicino a delle montagne, queste possono proteggere la vigna nella stagione più fredda.
  • Il clima: sulla produzione impattano le condizioni ambientali del territorio. In particolare, la temperatura media della zona del vigneto deve essere superiore ai 10 °C e deve avere una buona insolazione. La pioggia e l’umidità sono utili alla crescita, ma dannose durante la fioritura e la vendemmia.
  • L’uomo: il vino è condizionato dalla lavorazione eseguita dall’uomo, in particolare dalla scelta dell’impianto, ossia il modo di disporre e potare la vite, che varia in base a clima ed esposizione. I principali tipi di impianto sono: ad alberello, in cui la vite forma piccoli cespugli; a cordone speronato, in cui la vite viene appoggiata a fili di plastica o di ferro e sorretta da pali di legno; a guyot, in cui il tralcio si sviluppa in orizzontale; a pergola, in cui la vite si appoggia a fili di ferro legati a pali distanti 2 m; a sylvoz, in cui il tralcio orizzontale è legato in alto e i frutti si sviluppano verso il basso (una variante è il sistema a casarsa, con due viti allo stesso palo).

Dall’uva al mosto

Il chicco d’uva è composto da tre parti:

  • la buccia o pericarpo, che contiene tannini, sostanze aromatiche e coloranti;
  • la polpa o mesocarpo, che contiene acqua, zuccheri e acidi;
  • il nucleo centrale o endocarpo, che contiene i semi o vinaccioli.

La produzione di vino inizia con la raccolta, o vendemmia, degli àcini. Il momento in cui avviene influenza il gusto del vino: se la vendemmia è precoce, il vino sarà fresco, mentre se è tardiva il vino sarà più corposo e adatto all’invecchiamento.

In cantina avviene poi la diraspatura, ossia la separazione degli àcini dai raspi, in modo che le sostanze contenute in essi non passino nel vino. In seguito gli àcini vengono spremuti (pressatura soffice o pigiatura). Si ottengono così le vinacce (la parte solida) e il mosto (la parte liquida).

Il mosto ottenuto risulta composto da acqua, acidi organici e zuccheri, come glucosio e fruttosio. La percentuale di zuccheri nel mosto determina il grado alcolico del vino. Gli acidi invece regolano la fermentazione, oltre a dare freschezza e struttura al vino. Il mosto contiene anche i polifenoli della buccia, come i tannini, che danno il sapore astringente, e i pigmenti, che danno il colore. Si possono poi trovare altre sostanze e microrganismi, che derivano dalla buccia, come le muffe, che danno a volte aromi e sapori al vino. Infine, sono presenti i lieviti, a cui si deve la fermentazione alcolica.

La vinificazione

Il vino è il prodotto della fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche, pigiate o meno, o di mosti di uva. Il processo con cui si ottiene il vino è detto vinificazione e differisce in base al prodotto che si vuole ottenere.

  • Per produrre vini bianchi si usa la vinificazione in bianco: raspi e vinacce vengono subito separati dal mosto. Inoltre, prima di essere avviato alla fermentazione, una volta decantato (ossia dopo aver deposto i solidi sospesi) viene centrifugato per farlo più limpido.
  • Per produrre vini rosati si usa la vinificazione in rosato. In questo caso il mosto è lasciato a contatto con le vinacce per breve tempo e viene poi fermentato con la procedura per i vini bianchi.
  • Per produrre i vini rossi si usa la vinificazione in rosso: il mosto e le vinacce in questo caso fermentano insieme per alcuni giorni.
  • Per i vini novelli, che devono avere un volume alcolico di almeno 11%, si usa la vinificazione con macerazione carbonica: i grappoli sono messi in grandi vasche e una volta eliminata l’aria l’ambiente viene riempito di anidride carbonica. I lieviti migrano alla polpa in cerca di ossigeno e danno inizio alla fermentazione. Si procede poi con la vinificazione in rosso.
  • Per aumentare il rendimento si può usare la vinificazione a caldo, o termovinificazione, in cui l’uva pigiata viene riscaldata. Tuttavia, ciò comporta la torbidità del vino e la perdita di qualità come il profumo e il sapore.

La fermentazione alcolica è la reazione biochimica svolta dagli enzimi dei lieviti. Porta alla scissione delle molecole di zucchero nel mosto e alla produzione di alcol etilico e anidride carbonica.

La trasformazione in vino avviene in modo più o meno rapido ed efficace in base alla temperatura, alla percentuale di zucchero nel mosto, alla percentuale di alcol etilico, all’acidità, alla quantità e al tipo di lieviti.

All’inizio la fermentazione è tumultuosa: il mosto “ribolle”. In seguito diventa lenta (o secondaria). Infine, il vino subisce altre trasformazioni nella fermentazione malolattica, essenziale per i vini da invecchiamento e dannosa per i bianchi.

Alla fermentazione seguono la maturazione e l’invecchiamento. Nella maturazione, che avviene in cisterne d’acciaio a temperatura controllata, il vino diventa stabile e limpido. L’invecchiamento può avvenire in botti di legno e/o in bottiglie di vetro. In questa fase si formano i profumi e il colore caratteristico. Non è però una fase che caratterizza tutti i vini, ma solo i rossi, in particolare quelli ricchi di alcol, acidi e corposi.

I vini risultanti, che possono essere fermi o vivaci, ossia frizzanti, subiscono infine l’imbottigliamento, che può essere a caldo, per vini poco interessanti, isobarico, per spumanti, o tradizionale, che avviene a contatto con l’aria. La bottiglia varia in base al tipo di vino:

  • la bordolese si usa per i vini rossi;
  • la borgognona si usa per vini rossi di lungo invecchiamento;
  • la champagnotta, tipica degli spumanti, ha il vetro spesso per resistere all’alta pressione del vino;
  • la renana ha una forma slanciata ed è adatta ai vini bianchi;
  • l’albeisa è adatta ai vini rossi delle Langhe, come il Barolo;
  • la pulcianella si usa per imbottigliare l’Orvieto e i Riesling tedeschi;
  • il fiasco, ormai raro, è tipico del Chianti;
  • la marsalese si usa per il vino Marsala;
  • l’anfora è usata per il Verdicchio e per i vini della Provenza.

Le proprietà organolettiche del vino

Il vino contiene acqua, alcol etilico, glicerina, sorbitolo e propandiolo. Le proprietà organolettiche del vino, come colore, profumo e gusto, dipendono dai suoi componenti. Per esempio, nel vino sono presenti gli aromi varietali, che derivano direttamente dall’uva.

La gradazione alcolica può essere descritta in base alla quantità di alcol presente (alcol svolto), quello che può essere prodotto dalla fermentazione degli zuccheri (alcol potenziale) e la somma delle due (alcol totale).

2. Servire il vino

Sebbene del vino si occupi principalmente il sommelier, è importante che tutto il personale abbia una conoscenza di base per servirlo in tavola.

I vini vengono di solito classificati in base ai marchi di qualità in: vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e di Origine Controllata e Garantita (DOCG); vini a Indicazione Geografica Tipica (IGT) o Protetta (IGP).

I Tipi di bicchieri

Esistono specifici bicchieri per ogni tipologia di vino, così che le proprietà che li caratterizzano siano valorizzate:

  • il bicchiere Barolo esalta vini ricchi di alcol e tannini;
  • il bicchiere Bordeaux è ideale per vini rossi affinati a lungo in cantina;
  • il bicchiere Champagne è adatto a Champagne e spumanti secchi;
  • il bicchiere degustazione è un modello speciale per la degustazione professionale;
  • il bicchiere Sauvignon è adatto ai vini strutturati e di medio corpo.

Il servizio dei vini

Per servire il vino bisogna conoscere una serie di procedure differenti: l’apertura dello spumante differisce, per esempio, da quella del vino, che prevede l’uso del cavatappi.

In ogni caso, è importante assicurarsi che il vino non abbia difetti prima di servirlo. Se la bottiglia presenta depositi, occorre effettuare la decantazione.

In genere, ogni servizio termina con l’assaggio del cliente e la successiva distribuzione secondo le norme del galateo: il vino deve essere presentato da sinistra al cliente e servito da destra, riempiendo il bicchiere per un quarto. Se non ci sono altre precedenze, le signore vanno servite per prime.

L’addetto di sala deve inoltre conoscere la temperatura ideale della bottiglia (per esempio, i vini bianchi vanno serviti freschi) e la giusta successione nel caso del servizio di più vini (per esempio, vini bianchi, rosati e rossi).

La birra

La birra è il prodotto della fermentazione alcolica del mosto di uno o più cereali, come il malto d’orzo, con l’aggiunta di acqua e luppolo.

La birra si classifica per il suo contenuto di zucchero (gradazione saccarometrica) e di alcol (gradazione alcolica). Per la legge italiana le birre sono distinte in 5 categorie: analcoliche, light, normali, speciali e doppio malto.

Educazione a un consumo responsabile

Il vino va assunto con consapevolezza dal momento che contiene alcol. L’alcol etilico, infatti, è una sostanza tossica e cancerogena. Se assunta in quantità eccessive può avere effetti psichici e può causare dipendenza fisica. Inoltre, la guida sotto effetto di alcol è tra le cause principali di incidenti stradali.

I danni che l’alcol provoca sono particolarmente gravi nei giovani. La legge italiana stabilisce per questo motivo il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 18 anni.

Vini naturali, biologici, biodinamici e vegani

Nel settore vitivinicolo è sempre più diffusa l’agricoltura sostenibile. Si distinguono vari tipi di vini prodotti secondo questo approccio.

  • I vini naturali prevedono che l’uomo intervenga in minima parte nella produzione.
  • I vini biologici seguono un regolamento europeo. Nella sua produzione non devono essere usati pesticidi, diserbanti e concimi chimici.
  • I vini biodinamici hanno una certificazione gestita da un consorzio di aziende. L’uso di sostanze chimiche è assente nella coltivazione e minimo nella lavorazione in cantina.
  • I vini vegani sono lavorati senza prodotti di origine animale.

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Vero o falso?


1. La vite è una pianta sempreverde.

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2. È preferibile un vitigno con una produzione più alta.

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3. Tutti i vini sono sottoposti a invecchiamento.

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4. Se la bottiglia aperta ha dei depositi, bisogna far decantare il vino prima di servirlo.

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5. I vini vegani seguono un regolamento europeo.

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6. Per che cosa si usa la vinificazione con macerazione carbonica?

  • Per i vini bianchi.
  • Per i vini novelli.
  • Per aumentare il rendimento.