2. Aspetti nutrizionali e fabbisogno di proteine
Da un punto di vista nutrizionale le proteine si distinguono in base al
contenuto di amminoacidi.
Otto amminoacidi sono definiti essenziali (AAE) perché l’organismo non riesce a sintetizzarli per soddisfare le richieste metaboliche (come le richieste di sintesi di nuove strutture, di enzimi,
ormoni ecc.) e pertanto devono essere introdotti attraverso gli alimenti.
Gli amminoacidi essenziali sono: fenilalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano e
valina.
La presenza degli AAE e la capacità del corpo di utilizzarli permettono di distinguere:
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le proteine ad alto valore biologico, che contengono in quantità sufficiente tutti gli 8 AAE e sono presenti negli alimenti di origine animale;
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le proteine a medio valore biologico, che contengono gli 8 AAE, ma non tutti in quantità sufficiente (si trovano principalmente in legumi e frutta secca);
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le proteine a basso valore biologico, che hanno un basso o nullo apporto di uno o più AAE, che vengono quindi definiti amminoacidi limitanti poiché
limitano o interrompono le reazioni di sintesi di nuove proteine (come nel caso delle proteine contenute in cereali e frutta).
I LARN stabiliscono i livelli di assunzione di proteine raccomandati intorno al
10-15% del fabbisogno energetico giornaliero totale, ovvero:
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per un adulto medio si consiglia di consumare almeno 0,9 g di proteine per ogni kilogrammo di peso corporeo al giorno
(g/kg/die);
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per bambini e adolescenti e per le donne in gravidanza il fabbisogno di proteine è
leggermente maggiore;
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dopo i 60 anni, i LARN indicano un apporto di 1,1 g/kg/die, che corrisponde alla quantità di proteine da assumere per ridurre il rischio di malattie
cronico-degenerative (obiettivo nutrizionale per la prevenzione).
Nel caso di attività fisica a livello agonistico l’apporto di proteine consigliato è pari a
1,6 g/kg di peso corporeo.
Nei casi in cui l’apporto proteico è inferiore a quello consigliato si può andare incontro a
fenomeni come caduta di capelli, debolezza e sensazione di spossatezza, fino a condizioni più gravi come
riduzione dell’accrescimento e malnutrizione. Nei regimi alimentari iperproteici protratti per lungo tempo invece si rischiano
disturbi renali e osteoporosi (riduzione della densità delle ossa).
Siccome le proteine favoriscono il senso di sazietà, le diete iperproteiche (con ridotto apporto di carboidrati) sono gli schemi dietetici più popolari
per ottenere una perdita di peso, come:
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la dieta Dukan, che prevede una drastica riduzione nel consumo di frutta e verdura;
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la dieta paleolitica, che ripropone il regime alimentare delle popolazioni primitive.
Le diete vegetariane e vegane prevedono un’assenza parziale o totale di alimenti di origine animale, come carne, pesce,
uova e latticini.
In questi regimi per assicurare il corretto apporto di amminoacidi essenziali a ogni pasto è possibile
associare tra loro alimenti con proteine a medio e basso valore biologico, come legumi e cereali, in modo tale da raggiungere la quantità di AAE necessaria (regola della
complementarietà tra alimenti).