Educazione CIVICA – CITTADINI RESPONSABILI La comunicazione ostile in rete LIFE SKILLS • Gestire emozioni • Comunicazione efficace • Relazioni efficaci • Empatia • Pensiero critico • Risolvere problemi COMPETENZE • Comunicare • Collaborare e partecipare • Agire in modo autonomo e responsabile • Risolvere problemi • Individuare collegamenti e relazioni • Acquisire e interpretare l’informazione Istruzione di qualità Pace, giustizia e istituzioni solide AGENDA 2030 OBBIETTIVO 4 OBBIETTIVO 16 Tematica preoccupante dell’epoca contemporanea è quella della comunicazione ostile in rete. Frequenti sono i fenomeni di hate speech, “discorso di odio” online, che sfruttano le possibilità offerte dallo sviluppo della tecnologia e dalla popolarità dei social network per diffondere messaggi ostili, per colpire singoli individui o precise categorie di persone o per incitare ad atti di violenza. IL BRAINSTORMING Svolgete, con l’aiuto dell’insegnante, un’attività di brainstorming, confrontandovi assieme a partire da alcune domande stimolo: • Che cosa conosci di questo argomento? • Quali sono state e sono le tue fonti di informazione? • Quali sono, secondo te, le opinioni più comuni su questo tema? L’ANALISI DEI MATERIALI Per approfondire l’argomento, leggete e analizzate attentamente i seguenti materiali sulla tematica; svolgete questo lavoro in coppie. ODIO E PREGIUDIZIO «Si è accesa in questi giorni una polemica, a tratti anche aspra, sui possibili rimedi all’esplosione di odio ed aggressività che si sperimenta, da tempo ormai, sulle piattaforme sociali. L’hate speech sta diventando la cifra, quasi un genere letterario, che caratterizza molte, troppe, delle nostre interazioni virtuali. La diffusione di queste modalità comunicative rozze e violente ha ricadute profonde e misurabili sul livello di fiducia interpersonale e sul benessere individuale che riportano coloro che ne sono, in qualche modo, vittime o anche solo spettatori incolpevoli. Il tema è rilevante non solo per la qualità del dibattito pubblico e per il suo pluralismo, ma anche per la vulnerabilità che hanno dimostrato i social a manipolazioni politiche e ideologiche. […] Alla radice di questa conflittualità che si accende così facilmente sul web, c’è quasi sempre il tema del pregiudizio […]. Ma il pregiudizio, la radice della diffidenza e dell’odio per il “diverso”, non nasce certo coi social; semmai questi lo hanno potenziato e, soprattutto, ne hanno moltiplicato la scala». Vittorio Pelligra, L’odio al tempo dei social: poco orgoglio e troppo pregiudizio, “IlSole24ore”, 3 novembre 2019, bit.ly/3zS5CVv ODIO E LIBERTÀ DI ESPRESSIONE In un articolo, Giovanni Ziccardi, docente dell’Università statale di Milano, definisce che cosa si intende per hate speech e ne individua tre categorie. • Una prima categoria si colloca a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale e comprende «qualsiasi attività verbale di istigazione alla violenza che toccasse gli ambiti politico, religioso e razziale»; in tempi più recenti, invece, il termine ha incluso anche «le espressioni omofobiche e le discriminazioni basate sulla sessualità». • Una seconda categoria d’odio si è aggiunta alla prima e viene definita dall’autore «comune» o «interpersonale»: ha a che fare con «l’aggressione portata da un individuo nei confronti di un altro», legata ad avvenimenti di cronaca anche di scarsa rilevanza politico-sociale e che «si concretizza oggi nei fenomeni del cyberbullismo, del cyberstalking, del revenge porn e, in generale, delle estorsioni, del grooming online (adescamento di minori a fini sessuali) e dell’istigazione al suicidio». • Un terzo tipo di odio, molto vicino al primo ma che «negli ultimi anni, ha assunto una sorta di “indipendenza”, è quello correlato alla propaganda terroristica. Il terrorismo fa della propaganda, nell’era di Internet, il metodo principale per diffondere notizie, per cercare complici da radicalizzare e reclutare».