Il modello italiano è per il bilanciamento dei valori e quindi ammette limiti alla libertà di espressione, sia per la tutela dei diritti individuali (onore, reputazione, privacy, identità personale) sia per la tutela delle minoranze (religiose, linguistiche, di orientamenti politici, sindacali, e anche di orientamenti sessuali). In questo senso si sono espresse sia la Corte costituzionale, sia la Corte di Cassazione. […] A differenza degli oppositori ad ogni limitazione del linguaggio d’odio, che fondano il loro ragionamento sulla autonomia, sulla legittimazione, sulla preminenza della libertà di espressione su ogni altro diritto o libertà, Heinze cerca di dimostrare che la libertà di espressione è un diritto costitutivo della democrazia. A suo parere, non si può dunque parlare di bilanciamento dei diritti, come ha bene messo in luce Jeremy Waldron , in , (Harvard U.P., 2012), perché la “cittadinanza”, ritiene Heinze, in un Paese democratico si esprime anche attraverso il diritto di parlare. La tesi è suggestiva, ma assai pericolosa. Basta riflettere sulle conseguenze dell’ . 4 The Harm in Hate Speech 5 hate speech G. Alpa, Disinnescare l’«hate speech»**, “Il Sole 24 ore”, 2 ottobre 2017. Quali sono i modelli di interpretazione e gestione dell’ presentati dall’articolo? Su quali principi fondano la loro posizione coloro che si oppongono alle limitazioni dell’ ? Che cosa si intende per libertà assoluta di espressione? Provate a portare esempi di di cui ciascuno di voi ha fatto esperienza. Quali sono state le maggiori conseguenze? Quali pratiche si potrebbero mettere in atto nella vita quotidiana (in classe, con gli amici, sui social network e così via) per contrastare l’ ? a. hate speech b. hate speech c. d. hate speech e. hate speech Filosofo del diritto (n. 1953). “Le conseguenze negative dei discorsi d’odio”. 4. 5. Ci odiano per la nostra libertà: secondo te, a chi si riferisce Bush? Quali sentimenti e pensieri suscita in te questa opera d’arte? Fai una ricerca sulle conseguenze sociali e politiche dell’attentato dell’11 settembre 2001. 7 Claire Fontaine è un collettivo artistico con sede a Parigi. , “Ci odiano per la nostra libertà”, è una frase pronunciata da George W. Bush dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 a New York, per giustificare il suo proclama della guerra al terrorismo. La scritta di cui si compone l’istallazione è stata realizzata con migliaia di fiammiferi cui Claire Fontaine ha dato fuoco. L’atto performativo vuole mettere in questione il significato della parola “libertà” nelle società occidentali. Osserva l’immagine insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne e rispondi alle domande. They hate us for our freedom a. b. c.