unità 5 – L’antica Grecia

LE OPERE SIMBOLO

570 a.C. ca.
ETÀ ARCAICA
Vaso François
È il capolavoro della ceramica attica con scene legate alla mitologia greca.
vedi FOCUS p. 134

Dettaglio del Vaso François – Cratere attico a figure nere. Il vaso presenta una decorazione suddivisa in fasce sovrapposte con scene mitologiche dettagliate, tra cui il corteo di nozze di Peleo e Teti, la caccia al cinghiale calidonio e il ritorno di Teseo ad Atene. L'ansa decorata con motivi ornamentali e la complessa narrazione figurativa caratterizzano quest'opera, considerata uno dei capolavori della ceramica greca arcaica.

450 a.C. ca.
ETÀ CLASSICA
Bronzi di Riace
Due esempi di armonia e proporzione nella statuaria greca di epoca classica.
vedi p. 150

Dettaglio del Bronzo di Riace A – L’immagine rappresenta la testa di un guerriero con la barba riccamente scolpita e lo sguardo intenso, con occhi realizzati in avorio e pasta vitrea.

447-432 a.C.
ETÀ CLASSICA
Partenone
È il tempio più celebre dell’arte greca, ancora oggi simbolo di una civiltà.
vedi FOCUS p. 160

Partenone – Tempio dorico situato sull'Acropoli di Atene, dedicato alla dea Atena. L'edificio presenta un peristilio con colonne scanalate che circondano la struttura, con un frontone parzialmente danneggiato. Il tetto e parte della decorazione scultorea risultano mancanti, ma l'architettura monumentale e l'armonia delle proporzioni rimangono visibili. Il tempio sorge su un'area rocciosa, con resti archeologici sparsi attorno. Sullo sfondo, il cielo azzurro e le montagne completano il paesaggio.

II secolo a.C.
ETÀ ELLENISTICA
Mosaico di Alessandro
Il grande mosaico concentra le conquiste spaziali ed espressive della tarda età classica.
vedi p. 186

Dettaglio del mosaico di Alessandro – Particolare raffigurante una scena di battaglia. L'immagine mostra un guerriero (Alessandro) con un elmo a copricapo in tessuto, barba folta ed espressione intensa, mentre guida un carro da guerra. L'abbigliamento è riccamente dettagliato, con una tunica chiara e un mantello drappeggiato sulle spalle. In primo piano si intravede la ruota del carro, decorata con perle. Lo sfondo è composto da lance incrociate e figure di combattenti, a testimonianza della dinamicità della scena.

190-156 a.C. ca.
ETÀ ELLENISTICA
Altare di Pergamo
È il simbolo dell’arte ellenistica per grandiosità, dinamismo e páthos.
vedi FOCUS p. 194

Dettaglio del Grande fregio dell'Altare di Pergamo – Particolare di un rilievo raffigurante un giovane guerriero con un'espressione sofferente, il volto inclinato all'indietro e lo sguardo rivolto verso l'alto. I capelli ricci e mossi incorniciano il viso, mentre un braccio sopra la testa sembra indicare una lotta disperata. Sullo sfondo si intravedono elementi decorativi con grandi ali scolpite. L'insieme trasmette un forte senso di drammaticità ed emotività.
PANORAMA STORICO-CULTURALE

Dal Medioevo ellenico all’epoca arcaica (XII-VII secolo a.C.)

LE DARK AGES

A partire dall’inizio del XII secolo a.C. comincia un periodo di transizione nel territorio greco, che riguarda soprattutto il Peloponneso e le isole del Mare Egeo, denominato dalla storiografia moderna “Medioevo ellenico” o Dark Ages (ovvero “secoli bui”). Il mondo miceneo è in declino e la documentazione archeologica attesta la distruzione dei grandi palazzi, e con essi la fine dell’efficiente organizzazione sociale che li aveva contraddistinti. Contemporaneamente, insieme a una forte contrazione demografica, scompare la scrittura sillabica, “Lineare B”, e si assiste a un impoverimento della cultura materiale, come mostra l’assenza dei raffinati oggetti prodotti invece dagli artisti minoici e micenei.
Il tracollo culturale di questo periodo storico deve probabilmente essere correlato a un altro fenomeno, l’invasione dei Dori, una popolazione di origine indoeuropea, proveniente dal Nord Europa, che si stanzia nella Grecia continentale intorno all’XI secolo a.C. Ai Dori si deve l’introduzione del ferro, un materiale più facile da reperire rispetto al bronzo e meno complesso da lavorare, che permette la realizzazione di armi più solide e resistenti.
Questo contesto di stravolgimenti territoriali e politici implica lo spostamento di altre popolazioni autoctone, come gli Ioni e gli Eoli, che dal continente greco sono costretti ad attraversare l’Egeo per insediarsi stabilmente sulla costa settentrionale dell’attuale Turchia, dando vita alla cosiddetta prima colonizzazione greca.

Carta che illustra le migrazioni dei Dori, Eoli e Ioni nell'area del Mediterraneo orientale. Le diverse aree di insediamento sono evidenziate con colori distinti: giallo per i Dori, verde per gli Eoli e rosa per gli Ioni. Le frecce indicano le direzioni dei movimenti migratori verso la Grecia, le isole dell'Egeo e la costa dell'Anatolia. Sono segnate città e regioni significative come Sparta, Atene, Corinto, Smirne, Mileto ed Efeso, con i nomi dei mari e delle isole circostanti.
Migrazioni e colonizzazioni in età arcaica.

CITTÀ COME STATI: LA PÓLIS

L’assenza di una struttura politica sociale dovuta alla dissoluzione del potere miceneo, di tipo monarchico e palaziale, e la necessità di dare un’organizzazione alle nascenti comunità portano gradualmente alla definizione di una nuova forma di governo e di gestione territoriale. Tra la fine del IX e l’inizio dell’VIII secolo a.C., infatti, sia nel continente ellenico sia sulla costa ionica (Asia Minore) nascono le póleis (in greco “città”) intese come “città-stato”, ovvero contesti urbani amministrati autonomamente, cui spettano anche il controllo e la gestione del territorio circostante.
Da un punto di vista territoriale la pólis si distingue in due zone principali, una cittadina e una esterna. Il centro urbano è costituito dall’agorà, la piazza più importante, in cui si esercita l’attività commerciale e politica, e dall’acropoli (dal greco ákros – alto – e pólis – città) che rappresenta la parte più elevata della città con i principali edifici di culto. Il territorio circostante è invece chiamato chóra, ovvero “campagna”, che fornisce i beni di sussistenza per la vita cittadina.