La ceramica geometrica

Dal IX e durante l’VIII secolo a.C., nell’Attica, regione in cui si trova Atene, si afferma la produzione ceramica di stile geometrico. Le forme vascolari diventano più articolate e differenziate tra loro, e accolgono sulla superficie motivi più complessi che invadono del tutto il campo decorativo. Dalle semplici linee dell’epoca protogeometrica si sviluppano motivi più elaborati (9) come le losanghe, sequenza di rombi, e il meandro, costituito da linee che ripiegano su sé stesse ad angolo retto ripetendosi in successione.
Contemporaneamente le figure umane diventano un elemento imprescindibile nella decorazione del vaso, tanto da essere dipinte sulle parti più in vista come il collo e la spalla. Uomini e donne iniziano a essere rappresentati sempre più frequentemente in maniera schematica, ma allo stesso tempo ben organizzata: i pittori, infatti, scelgono di accentuare alcune precise parti del corpo umano, concepito come un insieme di elementi giustapposti secondo un criterio rigoroso.
La gran parte delle testimonianze di questo periodo proviene dalle necropoli, in particolare quella del Dípylon ad Atene, così chiamata perché sita nei pressi di una “doppia porta” (dal greco dís – doppia – pýle – porta). Qui è stata rinvenuta una grande quantità di vasi a destinazione funeraria, tra i più celebri esempi della pittura vascolare di questo periodo.

Motivi decorativi geometrici – Serie di otto motivi ornamentali tipici della ceramica greca geometrica, disposti in coppie su quattro righe. I motivi includono rombi intrecciati, meandri angolari e lineari, scacchiere, cerchi concentrici, onde stilizzate, file di triangoli e reticoli decorativi. Questi schemi erano comunemente usati per decorare vasi e altri manufatti nell'antica Grecia.
9. Schema dei motivi decorativi geometrici.

Anfora 804 del Dípylon (Anfora del lamento funebre)

Tra i reperti più noti del Dípylon spicca l’Anfora 804 (760-750 a.C. ca.) chiamata anche Anfora del lamento funebre (10), un grande vaso, alto più di un metro e mezzo, che inserito nella terra fungeva da segnacolo (sema) per indicare la presenza di una tomba.
Quest’anfora è un esempio che riunisce tutte le caratteristiche dell’arte geometrica: ordine, essenzialità e ripetitività. La superficie è interamente occupata da decorazioni geometriche, perlopiù meandri e losanghe, inquadrate da sottili fasce di colore nero, disposte secondo una rigorosa simmetria, con un succedersi di registri che variano proporzionalmente in altezza.
Sulla spalla del vaso, tra le due anse, si imposta il registro più ampio che raffigura una próthesis (10A), ovvero l’esposizione pubblica di un defunto. In questo caso si tratta di una donna, deposta con una veste sul letto funebre, con ai piedi due donne inginocchiate e due uomini seduti, mentre sul lato destro un fanciullo si aggrappa al letto. Ai lati della scena centrale si dispongono ulteriori figure umane, tutte rappresentate come silhouettes, interamente campite di nero, con busto triangolare, vita stretta e le mani sollevate sopra la testa nel gesto del lamento funebre. I motivi geometrici inondano l’intera raffigurazione, come indicano le decorazioni triangolari disposte negli spazi tra le figure umane e il motivo a scacchiera sopra il letto della defunta.

Anfora 804 del Dípylon (Anfora del lamento funebre) – Grande vaso in ceramica con corpo panciuto, collo alto e due anse laterali decorate con protomi di animali. La superficie è riccamente decorata con motivi geometrici, tra cui fasce di meandri, linee orizzontali e figure stilizzate. Al centro, una scena figurata mostra un rito funebre con una defunta distesa su un letto, circondato da figure umane con braccia sollevate in segno di lamento. Il vaso è esposto su un piedistallo.
10. Anfora 804 del Dípylon (Anfora del lamento funebre), 760-750 a.C. ca., ceramica dipinta, h 155 cm, dalla Necropoli del Dípylon. Atene, Museo Archeologico Nazionale.
Anfora 804 del Dípylon (Anfora del lamento funebre), particolare della próthesis – Dettaglio della decorazione figurata sulla spalla del vaso. La scena raffigura la próthesis, il rito funebre in cui il corpo del defunto è esposto su un letto funebre, circondato da figure stilizzate con braccia sollevate in segno di lamento. Sotto il letto, due uomini sono seduti e due donne sono inginocchiate. La composizione è incorniciata da fasce geometriche e un motivo a meandro.
10A. Anfora 804 del Dípylon (Anfora del lamento funebre), particolare della próthesis.