La prima scultura greca Anche nelle rappresentazioni scultoree del VII secolo a.C. è possibile osservare una particolare ispirazione ai modelli orientali, soprattutto nell’impostazione delle figure. La scultura del periodo viene definita “ ”, dal nome del leggendario scultore e architetto Dedalo, ideatore del celebre labirinto di Creta e ritenuto dai Greci inventore delle statue provviste del movimento degli arti. In questa corrente stilistica viene prediletta una dell’opera e i sono rappresentati , stanti, con le gambe unite; le parti anatomiche sono giustapposte tra di loro, con forme geometriche, senza una resa organica complessiva e senza particolare volume. Tuttavia, a differenza delle prime rappresentazioni di figure umane sui vasi geometrici, in questo periodo si ricerca un tra le parti del corpo, vero punto di partenza nel processo di sviluppo dell’arte greca. dedalica visione frontale corpi rigidi maggiore equilibrio delle proporzioni Apollo di Mantiklos Tra le prime opere di scultura greca a tutto tondo figura il cosiddetto (700-675 a.C.), dal nome del presunto dedicante inciso sulle gambe dell’opera, offerta al dio Apollo a Tebe. Si tratta di una statuetta bronzea di piccole dimensioni, alta soltanto 20 cm, caratterizzata da un , lunghi capelli acconciati in trecce che arrivano sulle spalle e un busto che si restringe sulla vita, come nelle figure dipinte sui vasi geometrici. I , soprattutto la schiena e i pettorali, sono resi con , mentre vengono introdotte alcune forme dotate di maggiore volume, come le spalle arrotondate e le cosce muscolose. Apollo di Mantiklos (15) volto di forma triangolare dettagli anatomici sottili incisioni , 700-675 a.C., bronzo, h 20 cm. Boston, Museum of Fine Arts. 15. Apollo di Mantiklos Dama di Auxerre Nel corso dell’età orientalizzante, le sculture iniziano ad assumere dimensioni maggiori, più vicine al vero, come dimostra la celebre (640-630 a.C.), alta circa 75 cm compreso il basamento. La statua, realizzata in pietra calcarea e a tutto tondo, costituisce uno degli esempi principali dello e supera, in quanto di poco successiva, la rigidità dell’ . La mano destra, ancora sproporzionata rispetto al resto del corpo, poggia sul petto e indica verosimilmente il carattere votivo dell’opera. L’intera rappresentazione risponde a delle parti del corpo, disposte in maniera simmetrica intorno a un immaginario asse centrale , alla base della statuaria di età arcaica. Il , veste aderente lunga fino ai piedi, ed è decorato da motivi quadrangolari concentrici incisi, in origine rifiniti da una vivace policromia; la vita stretta è sottolineata da una alta cintura, le spalle sono coperte da una mantellina. Il volto è di , inquadrato dalla di stampo orientale, simile a una parrucca, mentre i grandi occhi spalancati attirano lo sguardo dello spettatore. Dama di Auxerre (16) stile dedalico Apollo di Mantiklos un preciso sistema compositivo (16A) peplo esalta i volumi del corpo forma trapezoidale folta capigliatura a trecce , 640-630 a.C. ca., pietra calcarea, h 75 cm. Parigi, Musée du Louvre. 16. Dama di Auxerre Schema compositivo e ricostruzione ipotetica della cromia della . 16A. Dama di Auxerre