Il processo di litizzazione del tempio nel corso del VII secolo a.C. porta alla formazione degli ordini architettonici, un insieme di regole matematiche, proporzionali e formali, che distinguono il sistema trilitico di colonne o pilastri verticali che sorreggono l’architrave orizzontale. Gli ordini architettonici principali sono due, il dorico e lo ionico, che prendono il nome dalle due principali etnie greche: i Dori, che abitavano gran parte del Peloponneso, e gli Ioni, stanziati sulla costa egea dell’Asia Minore.
L’ordine dorico
Sin dal VII secolo a.C., l’ordine dorico (22) viene utilizzato in particolare nella regione greca del Peloponneso e nelle colonie occidentali della Magna Grecia e Sicilia, ma si diffonde successivamente anche in Attica e nel Nord della penisola ellenica. Nel IV libro del De architectura, Vitruvio paragona il dorico al corpo di un uomo, per le sue solide e pesanti proporzioni. Tutto l’elevato dipende dal rapporto proporzionale tra il diametro inferiore della colonna e la sua altezza complessiva, usato come modulo. Tale rapporto è solitamente di 1:6, per cui l’altezza corrisponde a sei volte la misura del diametro e restituisce pertanto una colonna poco slanciata, con proporzioni massicce. La parte inferiore della colonna, l’imoscapo, è priva di base e si imposta direttamente sullo stilobate. Il fusto è rastremato, ovvero si assottiglia dal basso verso l’alto, ed è distinto da 20 scanalature concave separate da spigoli vivi (23). La parte superiore del fusto, il sommoscapo, è coronata da un capitello(24) composto da un echino circolare, che si allarga verso l’alto, e un abaco quadrangolare che assorbe il peso dell’architrave. L’architrave è scolpito in un’unica fascia ed è sormontato da un fregio costituito dall’alternanza di metope, lastre lisce, dipinte o scolpite, e triglifi (dal greco tréis – tre – glyphé – scanalatura) formati da due scanalature intere e due mezze che ne formano una terza. Conclude la parte superiore la cornice, caratterizzata da un soffitto composto da una serrata disposizione di mutuli, sporgenze rettangolari su cui sono scolpite le guttae (gocce), piccoli elementi di forma troncoconica. Secondo una delle teorie più accreditate, l’aspetto del fregio dorico e della cornice deriverebbe dalla trasformazione in pietra di un sistema trilitico ligneo, per cui i triglifi corrisponderebbero alle teste delle travi che raccordavano la cella con la peristasi e le metope agli spazi di risulta coperti da lastre (25). I mutuli costituirebbero invece le travi oblique del tetto e le guttae sarebbero la riproduzione in pietra dei chiodi che in origine fissavano le travi allo spiovente superiore.
22. Schema dell’ordine dorico.
23. Scanalature a spigolo vivo di una colonna dorica.