L’ordine dorico trova la sua massima espressione nel tempio perìptero, solitamente a pianta allungata; il rapporto numerico tra le colonne della fronte e quelle dei lati lunghi varia a seconda dell’epoca. Rispetto ai primi edifici costruiti nel Peloponneso, i templi della Magna Grecia e della Sicilia sviluppano soluzioni più fantasiose e votate maggiormente alla sperimentazione delle forme, mantenendo comunque la coerenza sintattica dell’ordine, dalla colonna alla cornice.
Heráion di Olimpia
Uno dei più antichi templi dorici del mondo greco è l’Heráion di Olimpia (600-590 a.C.) (26), santuario panellenico (dal greco pan – tutti – ed ellenikós – greco – quindi “di tutti i Greci”) situato nella regione dell’Elide, nel Peloponneso occidentale. Il tempio, dedicato a Hera, moglie di Zeus, è un perìptero esastilo(27), quindi con sei colonne sulla fronte e sedici sul lato lungo, caratterizzato, come altri esempi contemporanei o di poco successivi, da una pianta fortemente allungata. Il naós era diviso in tre navate da due file di otto colonne ciascuna ed era preceduto da un pronao e delimitato sul retro da un opistodomo, entrambi in antis. Secondo alcuni studiosi, l’Heráion sarebbe un interessante esempio di architettura templare costruita in legno e progressivamente sostituita da elementi lapidei. Lo scrittore greco Pausania visitò il santuario nel 176 d.C. e descrisse la presenza di una colonna di quercia all’interno dell’opistodomo, ultima traccia rimasta della originaria fase lignea del tempio. I resti architettonici permettono inoltre di osservare la continuità nel tempo di interventi di manutenzione e restauro della struttura: infatti la peristasi presenta sia colonne della prima fase, distinte da diametri maggiori e capitelli più schiacciati e sporgenti, sia colonne successive, della stessa altezza ma con diametri minori e capitelli più vicini al canone classico.
26.Heráion, 600-590 a.C. Olimpia.
27. Pianta dell’Heráion di Olimpia.
Pronao
Cappelle laterali
Navata centrale
Navate laterali
Opistodomo
Apollónion di Siracusa
Poco dopo il tempio di Hera, all’inizio del VI secolo a.C., a Siracusa, colonia di Corinto in Sicilia, viene costruito l’Apollónion(28), tempio dedicato ad Apollo, dio del sole e figlio di Zeus. Si tratta di un perìptero esastilo con diciassette colonne sul lato lungo, un pronao in antis, una cella a tre navate e un ádyton che chiude la cella al posto dell’opistodomo. La pianta allungata(29) e la conformazione della cella dimostrano una derivazione dal modello dell’Heráion di Olimpia, mentre la presenza di un doppio colonnato sulla fronte anticipa una caratteristica che verrà riproposta nell’architettura dorica della Sicilia e della Magna Grecia. Le colonne sono monolitiche, lavorate in un unico blocco di pietra e disposte a un ritmo serrato, con intercolumni molto stretti per sostenere il pesante architrave, alto più di due metri, e il fregio sovrastante. I capitelli mostrano ancora le caratteristiche di epoca arcaica, con gli echini circolari schiacciati, molto aggettanti, e un collarino di profilo concavo, come collegamento con il fusto. Nonostante l’aderenza ad alcune caratteristiche elaborate nella madrepatria, il tempio di Apollo si profila come un autentico modelloautonomo per la tradizione successiva dei templi dorici in Sicilia.