L’ordine ionico A partire dal VII secolo a.C. si sviluppa nelle Isole Cicladi e in Asia Minore l’ordine ionico, tradizione architettonica riferibile al popolo degli Ioni, stabilitisi sulla costa anatolica alla fine del II millennio a.C. Dal VI secolo a.C. e ancora di più nel corso del V secolo a.C. l’ordine ionico si diffonde anche in Attica, nelle isole egee e, in minima parte, anche in Magna Grecia. Rispetto all’ordine dorico, lo ionico presenta , con , una maggiore esuberanza ornamentale e trabeazioni più articolate. Se all’ordine dorico Vitruvio accosta la possanza del corpo umano maschile, per lo ionico l’autore latino propone un confronto con la « », stabilendo un’altezza totale della colonna pari a otto o nove volte il diametro dell’imoscapo. La colonna ionica è composta da una base, soggetta a plurime varianti, la cui tipologia più diffusa è la . Essa è costituita da due elementi convessi, chiamati (dal latino – cordone), separati da una modanatura concava, denominata (dal greco – oscurità), nome che rimanda alla rientranza del profilo che resta quasi sempre in ombra. Il , collegato alla base attraverso un ulteriore profilo concavo denominato , è rastremato ma privo di e solitamente composto da . Queste ultime, a differenza del dorico, non sono separate da spigoli vivi, bensì da sporgenze smussate , a superficie piatta, che mettono maggiormente in risalto l’alternanza tra luci e ombre. Un’apofisi sulla parte superiore del fusto funge da raccordo con il , anch’esso, come nell’ordine dorico, composto da un elemento circolare, l’ , e uno quadrangolare, l’ , su cui converge il peso della trabeazione. L’echino si distingue per una decorazione a , modanatura denominata ionico, ed è inquadrato sulle due fronti da due spirali simmetriche che prendono il nome di , raccordate su entrambe le fronti laterali da elementi di unione, i . In alcune varianti, per risolvere il problema della visione dall’angolo, il capitello ionico presenta tutte e quattro le fronti uguali, con le volute in questo caso disposte diagonalmente rispetto all’andamento dell’abaco. Più in alto l’ presenta una articolazione in lisce e un coronamento che introduce il , non più suddiviso in metope e triglifi come nella trabeazione dorica. Questa soluzione permette di accogliere decorazioni scolpite a rilievo che raffigurano scene mitiche in maniera continua e più narrativa. In alcune varianti il fregio è assente e l’architrave è sormontata direttamente dalla cornice, caratterizzata da un profilo a costituito da una serie di elementi parallelepipedi ravvicinati la cui conformazione cambia nel corso del tempo, e da un , privo dei mutuli dell’ordine dorico. (36) proporzioni più snelle colonne più slanciate gracilità femminile base attica tori torus scozia skotía fusto apofisi éntasis ventiquattro scanalature (37) capitello echino abaco ovuli e lancette kýma volute (38) pulvini architrave due o tre fasce fregio continuo dentelli soffitto continuo Schema dell’ordine ionico. 36. Scanalature smussate di una colonna ionica. 37. Capitello ionico con volute laterali. 38.