Cavaliere Rampin

Questa statua (58) (550 a.C. ca.), anch’essa proveniente dalla colmata, prende il nome dal collezionista proprietario della testa, collegata al resto del corpo e del cavallo, trovato solo successivamente (1936), dall’archeologo Humfry Payne.
Si tratta di una rara statua equestre, che rappresenta un giovane aristocratico con il capo cinto da una corona di foglie di quercia a indicare una sua vittoria nei giochi, da alcuni identificato con uno dei figli del tiranno Pisistrato.
La nobiltà del personaggio è desunta in particolare dalla ricca acconciatura (59), caratterizzata da raffinate treccine di perline che ricadono sulla fronte a forma di spirali decorative, e dalla corta barba resa con altrettanta cura e precisione. La testa ruota leggermente verso sinistra rompendo lo schema della rigida frontalità arcaica, mentre il corpo mostra caratteristiche tipiche della corrente attica, come la vita stretta e i fianchi dritti; particolare cura contraddistingue anche le parti anatomiche ottenute con sottili incisioni.

Cavaliere Rampin – Scultura in marmo pario raffigurante la parte superiore di un cavaliere a cavallo. Il torso è nudo e mostra una postura leggermente inclinata in avanti. La testa presenta una ricca acconciatura fatta con perline e una barba corta, con il tipico sorriso arcaico. Il cavallo, di cui resta solo una parte, mostra dettagli incisi sul manto. La superficie della statua presenta segni di frammentazione, in particolare nelle braccia e nella parte inferiore del corpo.
58. Cavaliere Rampin, 550 a.C. ca., marmo pario, h 100 cm (la testa è una copia). Atene, Museo dell’Acropoli.
Testa di cavaliere (Cavaliere Rampin) – Testa in marmo pentelico raffigurante un giovane uomo con tratti arcaici. Il volto presenta occhi a mandorla, un sorriso rigido e una barba finemente scolpita. I capelli sono raccolti in un’acconciatura che scende lungo i lati del viso. Il volto mostra segni di erosione e alcune parti frammentate.
59. Testa di cavaliere (Cavaliere Rampin), 550 a.C. ca., marmo pentelico, h 27 cm. Parigi, Musée du Louvre.

MATERIALI E TECNICHE

La policromia nella statuaria

Nell’antica Grecia le statue e i rilievi in pietra erano rivestiti da vivaci policromie: i colori più utilizzati erano il rosso e l’azzurro, mentre più rari erano il nero, il giallo e il verde, uniti alla cera calda per essere applicati più facilmente sul marmo. La policromia permetteva di esaltare il carattere narrativo delle opere, soprattutto nel caso delle sculture frontonali, e allo stesso tempo restituiva una più efficace tridimensionalità alle figure.
Una svolta decisiva per la conoscenza della policromia statuaria è stata determinata dalla scoperta delle sculture della colmata persiana, in particolare di alcune kórai, caratterizzate da tracce di colori ancora ben visibili.
La cosiddetta Kóre del peplo (540-530 a.C.) ne è un esempio rappresentativo: la fanciulla è raffigurata, come le altre kórai contemporanee, stante e frontale, con un braccio lungo il fianco e un altro sollevato, forse a tenere un’offerta.
A differenza delle linee curve e del decorativismo tipici dello stile ionico, la statua si distingue per un particolare naturalismo, affidato a una morbida volumetria del corpo e soprattutto alla delicatezza del volto quasi realistico. Le pupille e la bocca sono dipinte, in maniera da accentuare l’espressività del viso della fanciulla, così come le lunghe trecce, colorate di rosso e disposte non in modo del tutto simmetrico. Tracce di colore sono visibili lungo il peplo che si adatta perfettamente al corpo femminile.

Kóre del peplo – Statua in marmo cicladico raffigurante una giovane donna in posizione eretta. Indossa un peplo, un abito lungo e semplice, con una cintura che segna la vita. I capelli, scolpiti in lunghe trecce, scendono sulle spalle e conservano tracce di colore rosso. Il volto presenta tratti arcaici con occhi a mandorla e un leggero sorriso. Il braccio sinistro è spezzato, mentre la mano destra è chiusa e appoggiata sul fianco. La statua poggia su una base rettangolare.
Kóre del peplo, 540-530 a.C., marmo cicladico, h 118 cm. Atene, Nuovo Museo dell’Acropoli.
Ricostruzione della cromia della Kóre del peplo – Illustrazione che mostra una possibile ricostruzione dei colori originali della statua. La figura femminile indossa un peplo rosso con decorazioni bianche e dettagli geometrici in blu e verde. I capelli, rappresentati in un tono rosso acceso, scendono sulle spalle in lunghe trecce. La kóre porta grandi orecchini e tiene nella mano sinistra un oggetto sferico, forse una mela. La figura è posizionata su una base circolare chiara.
Ricostruzione della cromia della Kóre del peplo.