La ceramica arcaica


AL CUORE DELL’ARTE

Nel corso dell’età arcaica, l’arte della ceramica, già avviata nei secoli precedenti, si sviluppa rapidamente sia nella complessità e varietà delle forme vascolari sia nelle tecniche pittoriche.
I ceramografi ateniesi, nel periodo tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C., acquisiscono sempre maggiore familiarità con la tecnica a figure nere, sostituita poi da quella a figure rosse, caratterizzate da una qualità ese­cutiva di altissimo livello, soprattutto per la resa della figura umana.
I corpi dei vasi accolgono un repertorio sempre più ricco e variegato di immagini legate al mito e all’epica, con rappresentazioni che riflettono i valori identitari e comunitari della pólis, abbandonando progressivamente i semplici motivi geometrici e decorativi.


La tecnica a figure nere

Dopo l’egemonia della ceramica corinzia, all’inizio del VI secolo a.C. aumenta il successo commerciale dei vasi ateniesi, la cui produzione si distingue in particolare per la tecnica a figure nere (vedi p. 138): le immagini riempiono i corpi dei vasi e contrastano con il colore ocra-aranciato del fondo grazie anche alla lucentezza della vernice nera. Le decorazioni geometriche e di ascendenza orientalizzante sono relegate alle parti secondarie del vaso, mentre il corpo ospita narrazioni uniformi e omogenee, perlopiù di soggetto mitologico.

Achille e Aiace che giocano a dadi

La pittura vascolare attica a figure nere raggiunge il suo culmine durante il governo di Pisistrato (metà del VI secolo a.C.). Uno dei pittori e vasai più celebri che impiegano questa tecnica è Exekias, di cui conosciamo il nome dalla firma apposta sui suoi vasi. Tra le varie opere di sua mano una delle più famose è un’anfora sul cui corpo sono raffigurati Achille e Aiace che giocano a dadi (540-530 a.C.) (60).
I personaggi, identificati dalle piccole scritte accanto a loro, sono rappresentati di profilo, seduti su semplici sostegni uno di fronte all’altro, concentrati nel gioco; una iconografia nuova, quindi, che riproduce una scena di vita e una quotidianità sospesa tra le battaglie, in contrasto con la fama guerriera dei due eroi omerici.
La novità del tema si amalgama con l’inedita composizione simmetrica dei personaggi e le prime intuizioni sulla resa di profondità e prospettiva, ottenute dalla disposizione dei piedi e da quella delle lance, alternativamente appoggiate davanti e dietro il cubo centrale. La qualità realizzativa emerge in particolar modo dai dettagli realizzati con precise incisioni, come le ricche decorazioni dei mantelli e le elaborate sistemazioni di barbe e capelli.

Exekias, Achille e Aiace che giocano a dadi – Anfora attica a figure nere raffigurante due guerrieri armati seduti di fronte a un piccolo tavolo, intenti a giocare a dadi. Achille, a sinistra, indossa un elmo crestato e un mantello decorato, mentre Aiace, a destra, ha una postura simile e osserva il gioco. Entrambi tengono le lance e sono seduti su sgabelli. La scena è incorniciata da motivi floreali lungo la parte superiore del vaso.
60. Exekias, Achille e Aiace che giocano a dadi, intero, 540-530 a.C., ceramica attica a figure nere. Città del Vaticano, Musei Vaticani.
Exekias, Achille e Aiace che giocano a dadi, particolare – Dettaglio della decorazione a figure nere su ceramica attica. Si vedono le gambe piegate di Achille e Aiace, entrambi vestiti con tuniche ornate da motivi a spirale. Le mani dei due eroi si protendono verso un piccolo tavolo quadrato al centro, su cui stanno giocando a dadi. Le loro lance sono appoggiate diagonalmente, creando una composizione equilibrata. Lo sfondo è rosso con segni di usura.
60. Exekias, Achille e Aiace che giocano a dadi, particolare, 540-530 a.C., ceramica attica a figure nere. Città del Vaticano, Musei Vaticani.