La produzione ceramica rappresenta una delle testimonianze più significative dell’arte greca, non solo per la quantità di opere, ma anche perché permette di farsi un’idea della qualità della pittura parietale greca, perlopiù scomparsa.
In un primo momento il ceramista, ovvero il vasaio, modellava l’argilla con il tornio per ottenere la forma scelta. L’oggetto veniva poi ricoperto da un primo strato di argilla che con la prima cottura assumeva un colore rosso-aranciato, per poi essere dipinto dal ceramografo. La lucentezza della vernice dipendeva sia dalla qualità dell’argilla utilizzata, depurata dagli inclusi, sia dalla cottura dell’oggetto che doveva avvenire tra gli 800 e i 1000 °C.
Dalla Preistoria al Gotico
Sandrina Bandera, Laura Buccino, Lorenzo Kosmopoulos, Antonello Negri
Treccani Giunti TVP, 2025
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