“Zeus” di Capo Artemisio

La padronanza che acquisiscono gli artisti nella prima metà del V secolo a.C. nella resa del movimento è confermata da un altro capolavoro bronzeo, il cosiddetto “Zeus” (82), rinvenuto tra il 1926 e il 1928 nelle acque di Capo Artemisio, a nord dell’Isola di Eubea. La statua faceva probabilmente parte del carico di una nave diretta a Roma, ma naufragata nel corso del III-II secolo a.C.; alta poco più di 2 metri, è datata intorno al 460 a.C. e rappresenta una divinità possente nuda nell’atto di scagliare un tridente o, com’è più probabile, una folgore. Si tratterebbe quindi rispettivamente di Poseidone, dio del mare, o di Zeus, padre degli dèi, entrambi figli di Crono, da cui deriva il nome di Cronide, spesso assegnato all’opera, sulla cui identificazione ancora si discute.

“Zeus” di Capo Artemisio, statua in bronzo raffigurante una figura maschile nuda con la barba, in posizione dinamica con il braccio sinistro teso in avanti e quello destro portato indietro nell’atto di lanciare, il piede destro leggermente sollevato e il peso spostato sulla gamba sinistra. Il volto ha un'espressione solenne e i capelli sono acconciati con riccioli regolari.
82. “Zeus” di Capo Artemisio, 460 a.C. ca., bronzo, h 209 cm. Atene, Museo Archeologico Nazionale.

La statua sintetizza tutte le caratteristiche dello stile severo, come mostrano innanzitutto le proporzioni corporee e la precisa definizione dei volumi muscolari. Il volto, incorniciato dalle ciocche sinuose della frangia e da una folta barba, esprime la sicurezza e la severità degne del padre degli dèi, con lo sguardo fisso sull’obiettivo, accompagnato dal braccio sinistro teso in avanti, mentre il destro, portato indietro, calibra l’arma da lanciare. Le orbite oculari, cave, dovevano accogliere gli occhi realizzati in altro materiale, come nel caso dell’Auriga di Delfi, così come le sopracciglia, rese con un semplice tratto e rifinite in origine con rame o argento.
Il personaggio è rappresentato nel momento appena antecedente l’azione vera e propria, ma è comunque colto in un movimento attivo (82A), accentuato dal leggero sollevamento del piede destro arretrato e dall’avanzamento della gamba sinistra che conferisce ulteriore forza al lancio. Nonostante la posa del dio esprima forza ed energia, ciò che più risalta non è il dinamismo dell’azione, bensì l’equilibrio delle parti anatomiche, perfettamente proporzionate tra loro e prive di rigidità muscolare.

Schema compositivo di “Zeus” di Capo Artemisio, con sovrapposizione di linee rosse che evidenziano la struttura geometrica della composizione. La statua è inscritta in un quadrato, le cui diagonali mostrano la simmetria e le proporzioni della figura, mentre le frecce indicano i movimenti del corpo e la distribuzione del peso, suggerendo l'equilibrio e la dinamicità della statua.
82A. Schema compositivo di “Zeus” di Capo Artemisio.