Policleto

(Argo 465-417 a.C. ca.)

Policleto e la costruzione del bello

Il prototipo dell’atleta raggiunge la perfezione “classica” con Policleto, scultore attivo intorno alla seconda metà del V secolo a.C. a Sicione e Argo, grandi centri di produzione artistica del Peloponneso in cui gli ideali atletici erano più sentiti rispetto all’Attica. L’artista diventa rapidamente un vero e proprio interprete dei valori dell’aristocrazia ed esegue soprattutto sculture di atleti vincitori dedicate alle divinità dei più importanti santuari della regione.

Doriforo

La scultura più celebre di Policleto è senza dubbio il Doriforo (88) (dal greco dóry – lancia – e phéro – portare, quindi “portatore di lancia”) del 445 a.C. circa, modello di ideale atletico, come dimostra l’influsso che quest’opera ebbe nell’arte antica.
La figura non è impegnata in un’azione precisa, ma trasmette comunque la potenzialità del movimento. Il giovane, forse un eroe mitico spesso identificato con Achille, è rappresentato nudo, con una muscolatura definita, mentre accenna un passo, nonostante la postura sia stante come nelle opere dello stile severo.
Questa scultura sintetizza i princìpi teorici sulle proporzioni e i precisi rapporti numerici per la realizzazione della figura umana perfetta, teorizzati nel trattato del Canone scritto dallo stesso Policleto.

Policleto, Doriforo. Scultura in marmo raffigurante un giovane atleta nudo in posizione stante. Il corpo è bilanciato: la gamba destra è portante, mentre la sinistra è leggermente piegata e arretrata. Il braccio sinistro è sollevato, con la mano chiusa, mentre il destro è rilassato lungo il corpo. Il volto ha un'espressione serena, con tratti armoniosi e capelli corti e ricci. Accanto alla gamba destra è presente un sostegno scolpito a forma di tronco d'albero.
88. Policleto, Doriforo, 445 a.C. ca., copia romana da originale in bronzo, marmo, h 212 cm. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

STEAM – MATERIALI E TECNICHE

Il Canone

Intorno al 450 a.C. Policleto scrive il primo vero trattato di scultura a noi noto, intitolato Canone (dal greco kanón – regola). L’opera non ci è purtroppo pervenuta, ma ne siamo a conoscenza attraverso le testimonianze di autori antichi successivi, che ce ne hanno tramandato le principali linee teoriche.
Per la prima volta Policleto applica un modulo nella progettazione di una scultura, proprio come avveniva nella definizione del rapporto tra diametro e altezza totale della colonna negli ordini architettonici: la testa funge da misura base e deve avere un rapporto di 1/8 rispetto all’altezza del corpo, 1/3 al busto e 1/4 alle gambe.
Oltre alle proporzioni tra le parti, Policleto concentra l’attenzione sulla costruzione della figura, basata per l’appunto sul chiasmo e la ponderazione, al fine di ottenere un bilanciamento simmetrico ideale.
Lo scultore redige quindi un vero e proprio manuale su come poter ottenere, attraverso calcoli matematici precisi, una scultura che sia un modello di bellezza ideale del corpo umano, che rispecchi alla perfezione la bellezza del cosmo, in cui regnano ordine e armonia.


Schema modulare del Doriforo. Scultura in marmo di un giovane atleta nudo, sovrapposta a un sistema di linee orizzontali rosse numerate da 1 a 7. Le linee dividono la figura in sezioni proporzionali, evidenziando la suddivisione armonica del corpo secondo i principi della simmetria classica.
Schema modulare del Doriforo.

Secondo il principio della ponderazione, la distribuzione del peso del corpo sulla gamba destra libera la gamba sinistra, più arretrata rispetto alle opere antecedenti e con il piede quasi del tutto staccato da terra. Ne consegue una evidente inclinazione del bacino bilanciata dalla postura obliqua in senso contrario delle spalle, un elemento che abbiamo già osservato nel Bronzo B di Riace e che conferisce maggiore naturalismo alla figura, accentuato dalla rotazione della testa verso la gamba portante, che regge il peso. Anche nelle braccia si nota una contrapposizione tra arti rilassati e arti in tensione: il braccio destro è abbassato lungo il corpo, il sinistro invece è piegato per tenere la lancia, oggi perduta, appoggiata sulla spalla corrispondente. Tale disposizione incrociata prende il nome di chiasmo (perché ricorda la lettera X che in greco si pronuncia chi) (88A): il braccio sinistro corrisponde alla gamba destra, entrambi in tensione, mentre il braccio destro corrisponde alla gamba sinistra, entrambi a riposo.

Schema compositivo del Doriforo. Scultura in marmo di un giovane atleta nudo, sovrapposta a linee rosse e arancioni che evidenziano la struttura della figura. Due linee rosse formano una X per sottolineare il bilanciamento tra le gambe e le spalle. Due linee arancioni inclinate mettono in evidenza l'inclinazione del bacino e delle spalle, mostrando l'armonia della distribuzione dei pesi nel corpo.
88A. Schema compositivo del Doriforo.