Per quanto riguarda i dettagli, il raffinato e preciso stile disegnativo della capigliatura della copia conservata a Napoli mostra la derivazione dell’opera da un originale bronzeo, come confermano le notizie delle fonti antiche e anche il fortunato rinvenimento a Ercolano di una copia eseguita nello stesso materiale. Pertanto, il perfetto bilanciamento di spinte e controspinte, insieme alla simmetria, ai rapporti proporzionali tra le parti, alla resa precisa della muscolatura definiscono l’ideale di bellezza del corpo umano della piena età classica. A differenza delle opere di Mirone, il Doriforo di Policleto mostra una concezione del corpo come un’entità unica, costituita sì da varie parti, ma tutte rigorosamente in relazione tra loro.

Diadúmeno

Un’altra opera di Policleto, di cui è stata rinvenuta una copia di buona qualità nell’Isola di Delo, rappresenta un giovane atleta nell’atto di cingersi il capo con la benda della vittoria, chiamato per l’appunto Diadúmeno (89) (dal greco diadéo – cingere). La scultura, del 430-420 a.C., rappresenta la maturità dell’artista, la cui teoria compositiva trova qui la massima espressione.
A differenza del Doriforo, concepito in una posizione ferma nonostante il piede sinistro arretrato, il gesto del Diadúmeno mostra un movimento che si sta compiendo (89A) e che si concentra nella benda che viene stretta intorno alla testa. Quest’ultima appare molto più inclinata e la capigliatura assume maggiore plasticità, per far emergere la differenza tra il volume delle ciocche e la fascia che cinge la fronte. Proprio la delicatezza del volto e l’inclinazione della testa, che segue i movimenti delle braccia, hanno fatto supporre una realizzazione dell’opera ad Atene, spiegando così la vicinanza dello stile a quello delle sculture fidiache (vedi p. 156). Nonostante l’esaltazione della mímesis, infatti, la resa della muscolatura e i tratti del volto appaiono particolarmente idealizzati.
Ponderazione e chiasmo sono applicati analogamente al Doriforo, di cui ha infatti la stessa posa, anche se bacino e addome risultano maggiormente incurvati quasi a generare una forma a S che viene compensata dai triangoli formati dalle braccia, entrambe aperte e sollevate.
Ogni traccia di staticità dello stile severo appare qui completamente eliminata, per lasciare spazio a una nuova scioltezza e a un accentuato dinamismo, che si ritroveranno nelle opere della tarda classicità.

Policleto, Diadúmeno. Scultura in marmo raffigurante un giovane atleta nudo, in posizione stante, mentre si cinge il capo con una benda. Il corpo è equilibrato secondo il principio della ponderazione: la gamba destra è portante, mentre la sinistra è leggermente piegata. Le braccia, prive delle mani, sono sollevate in un gesto che suggerisce l’atto di annodare la benda sulla testa. Il volto ha un'espressione serena, con capelli ricci trattenuti da una fascia. Accanto alla gamba destra è presente un sostegno a forma di tronco con un drappo scolpito.
89. Policleto, Diadúmeno, 430-420 a.C. ca., copia da originale in bronzo, marmo cicladico, h 195 cm. Atene, Museo Archeologico Nazionale.
Schema compositivo del Diadúmeno. Scultura in marmo di un giovane atleta nudo, sovrapposta a linee arancioni che evidenziano la struttura della figura. Le braccia mancanti sono ricostruite con un disegno, mostrando il gesto dell’atleta mentre si cinge il capo con una benda. Due linee arancioni inclinate mettono in evidenza l’inclinazione delle spalle e del bacino, illustrando il principio che bilancia la postura della figura.
89A. Schema compositivo del Diadúmeno.